Abstract:
Questo studio indaga il piacere che i lettori ricavano dalla letteratura disturbante. La domanda: “Perché proviamo piacere quando leggiamo?” introduce il background teorico della successiva analisi, che mira a rispondere alla domanda: “Perché proviamo piacere nel leggere la letteratura perturbante?”.
Il Capitolo 1 offre una panoramica della principale letteratura sull’argomento, che si focalizza quasi esclusivamente sul piacere che gli esseri umani ricavano dalla letteratura in generale, esaminando opere quali "Literature and the Brain" di Holland, "Affective Narratology" di Hogan e "Introduction to Cognitive Cultural Studies" di Zunshine e attingendo alle neuroscienze, alla psicoanalisi e alla Teoria della Mente. Il Capitolo 2 propone tre ipotesi per comprendere il piacere che gli esseri umani traggono dalla letteratura disturbante: innanzi tutto, suggerisce che questo genere di narrativa presenti una qualità manipolativa che trae in inganno i lettori inducendoli ad aspettarsi ciò che Hogan definisce come “una normalità aspettuale idealizzata”; in secondo luogo, sostiene che la letteratura perturbante sfrutti la tendenza umana alla curiosità morbosa e alla Schadenfreude, risultando così attraente poiché permette un “ritorno del rimosso” freudiano; infine, teorizza il ruolo fondamentale di fanzines, blog e siti web quali goodreads.com e aNobii.com nell’influenzare l’esperienza dei lettori che fruiscono della letteratura disturbante: infatti, poiché tali luoghi virtuali favoriscono la creazione di una community, i lettori possono passare da uno stato di rifiuto di ciò che li disturba a uno stato di empatia e apprezzamento del libro a posteriori. Il Capitolo 3, infine, illustra queste ipotesi applicandole a tre romanzi inglesi perturbanti: "The Wasp Factory", "A Clockwork Orange" e "The Collector".