Abstract:
L’elaborato nasce con l’intento di analizzare sotto il profilo artistico la Prima Mostra Internazionale d’Arte Coloniale che si tenne a Roma nel Palazzo delle Esposizioni da ottobre a dicembre del 1931. Anzitutto si dovrà mettere chiarezza sull’immaginario del colonialismo italiano, approfondendo scopi e obiettivi. La politica coloniale aveva bisogno di immagini che comunicassero una ideologia politica e che oscillassero tra il mito e la realtà. Di seguito si esaminerà il catalogo della Mostra per comprendere come furono valorizzati o disprezzati i paesi d’oltremare che venivano impressi nei dipinti dei pittori, trasfigurandoli in un immaginario coloniale. Dopo aver analizzato l’Orientalismo pittorico in Italia si approfondiranno gli artisti che esposero alla Mostra di Roma, ovvero G. Oprandi, G. Biasi, E. Del Neri e R. Dazzi; sarà importante capire cosa trasmettessero i loro dipinti a chi aveva modo di osservarli: Esotismo? Paura dell’Altro? A questo punto avremmo colto che la politica italiana costruì delle categorie entro le quali racchiudere l’alterità: è pertanto giunto il momento di decostruire questo immaginario. Una riflessione antropologica porterà a sciogliere i nodi di quel complesso groviglio che fu la Mostra: il soggetto che diventa oggetto, la spettacolarizzazione dell’Altro, anonimato e atemporalità, tutta una serie di costruzioni e costrizioni che meritano di essere frantumate e ricostruite sotto nuovi termini, che magari siano - più che esclusivi - inclusivi.