Abstract:
Prostituzione e immigrazione: quanto la legislazione in merito all'immigrazione si intreccia con la legge sulla prostituzione.
Le ragazze straniere che si prostituiscono costituiscono, nel territorio ferrarese, circa il 70% delle presenze in strada, la maggior parte risiedono illegalmente, e i controlli della polizia municipale sono sempre più influenzati dal loro status giuridico.
La legislazione in merito alla prostituzione (normata dalla L. 20 febbraio 1985 n. 75, la c.d. Legge Merlin) delinea un quadro normativo complesso e sfaccettato, di cui uno era l'obiettivo fondante: non l'eliminazione del fenomeno – obiettivo pressochè irrealizzabile – ma l'abolizione della prostituzione di stato, fino ad allora regolamentata.
L'innovazione è rappresentata dall'abolizione delle case chiuse, per cui oggi la prostituzione in strada non costituisce reato: le ragazze sono legittimate a svolgere tale attività. Le retate della polizia però sono numerose, come numerose sono le esortazioni a lasciare il territorio attraverso il rilascio di svariati fogli di via.
Il ruolo delle forze dell'ordine è ambivalente: da una parte garantire la sicurezza, dall'altra allontanare le persone sprovviste dei documenti idonei alla permanenza in Italia.
In questa cornice sembra però che si stia attuando un abuso di potere in cui, a detta delle stesse sex workers, sempre meno sono le garanzie di sicurezza e sempre più gli allontanamenti, e le vie della prostituzione costituiscono i luoghi ideali di reclutamento di persone da rimpatriare.
La mia volontà è, oltre ad una riflessione su questi meccanismi, analizzare e valutare i diversi approcci dei Paesi europei in tema di prostituzione, per prendere in considerazione l'ipotesi di una eventuale regolamentazione: potrebbe migliorare la situazione italiana? A mio avviso si, se attuata nella maniera corretta e con i dovuti accorgimenti.