Abstract:
La tesi espressa in questo progetto vuole indagare l’utilizzo dell’arte come veicolo di significato, recepito all’interno di un pubblico selezionato secondo uno specifico criterio di età: l’infanzia. L’analisi tocca in maniera equivalente la capacità di produzione grafica del bambino alla luce degli studi sviluppatisi negli ultimi due secoli, e le modalità attraverso cui l’arte può essere efficacemente comunicata ed esposta ad un gruppo di ascoltatori infanti.
La tesi si prefigge di analizzare il dibattito sull’effettivo legame rintracciabile fra grafismo infantile e produzione artistica attraverso la multidisciplinarità. Un primo approccio considerato sarà dunque quello estetico e filosofico, improntato in modo particolare sulla teoria della Psicologia della Forma e sugli studi portati avanti da Rudolf Arnheim, con ampia considerazione di importanti fonti di confronto quali quelle rappresentate da Maurice Merleau-Ponty e Lucia Pizzo Russo. Sulla base di saggi psicologici ed esperienze di studio scientifico verrà portata avanti invece una seconda prospettiva, quella più spiccatamente psicologica, a partire dallo studio della teoria intellettualistica di G.H. Luquet, passando attraverso le interpretazioni psicologiche di Jean Piaget e alcuni suoi coevi studiosi. Infine, la tesi si proporrà di analizzare la pertinenza artistica del disegno infantile anche attraverso gli studi di educatori dell’arte, storici dell’arte o artisti veri e propri, tra i quali possiamo citare Paul Klee o Cesare Brandi.
Verrà quindi considerata, in particolare, la curva evolutiva della percezione artistica del bambino, dai primi anni di età fino al suo sviluppo pre-adolescenziale, connotando in maniera rigorosa i risultati di studio che confrontano le esperienze sensoriali e percettive con l’effettiva produzione grafica.
La qualità e lo sviluppo dell’esperienza estetica verranno considerate sulla base di una serie di ricerche pregresse che saranno ampiamente trattate nella seconda parte della tesi, attraverso l’analisi di due specifici casi di studio: lo storico laboratorio di Bruno Munari alla Pinacoteca di Brera, e l’attività pedagogica e formativa portata avanti attualmente dal Dipartimento Educazione del Museo delle Arti del XX Secolo di Roma (MAXXI), al fine di coniugare gli studi teorici con l’effettiva pratica di formazione e incoraggiamento dell’abilità creativa e artistica nelle prime età della vita umana.