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L'analisi svolta nel presente lavoro è tesa a sottolineare i principali riflessi economicoaziendali
derivati dal progressivo sviluppo delle tecniche di utilizzo del conto. Nel primo capitolo, dopo una breve disamina sulla funzione informativa del numero e del conto, viene proposta una particolareggiata ricostruzione dell'architettura contabile elaborata in epoca romana, allo scopo di far emergere gli interessanti spunti di originalità in essa riscontrati, che valgono a testimoniare la presenza, già in quel contesto così remoto, di una spiccata attenzione per le problematiche in oggetto.
Al lento, ma progressivo, delinearsi della scrittura doppia, o "metodo italiano", è stata
dedicata gran parte del secondo capitolo, sottolineando il nesso logico individuato tra lo
sviluppo di tale tecnica scritturale ed il graduale passaggio dalle economie di sopravvivenza a
quelle capitalistiche. Il capitolo si chiude con l'analisi del cosiddetto periodo "contabilista"
iniziato dopo la formalizzazione paciolana e culminato con l'elaborazione della teoria
cinquecontista di matrice francese, il cui esame ha evidenziato, in particolare, l'interessante
passaggio dal concetto di conto personificato a quello di conto personalizzato.
Il terzo capitolo offre una panoramica delle diverse alternative alla scrittura doppia
formulate, nel corso del tempo, in opposizione al "metodo italiano"; particolare attenzione è
stata dedicata alla curiosa proposta (analizzata approfonditamente nei capitoli quarto e quinto)
avanzata, sul finire del Settecento, dall'inglese Edward Thomas Jones, tesa ad indurre al
definitivo abbandono della scrittura doppia in favore del "nuovo metodo" da egli inventato e
magnificato per le sue presunte doti di semplicità applicativa e di trasparenza espositiva.
Il sesto capitolo è stato riservato, da ultimo, all'analisi dell'epocale passaggio dalla
concezione giuridico-personalistica su cui si era attestato, per retaggio storico, lo studio dei
fenomeni aziendali e delle problematiche contabili ad essi collegate, alla più evoluta e
rivoluzionaria teorica dei conti a valore, che favorì in maniera determinante la definitiva
affermazione dell'impostazione contabile sistemica.
Completano il lavoro alcune considerazioni conclusive tese a sottolineare ed a commentare
i punti salienti ed i risultati del percorso di analisi presentato; in particolare si è ritenuto
opportuno sottolineare come la fissazione dei principi base per la teorizzazione dei sistemi
contabili, entrati, in seguito, a far parte del bagaglio concettuale di ogni impostazione
dottrinale, appaia come l'estremo contributo del metodo al progresso della disciplina
contabile: grazie a tale passaggio, il metodo contabile, alleggerito da ogni appesantimento
concettuale ed affrancato da ogni forzatura interpretativa, ha potuto finalmente svelare la sua
natura di pura "forma" al servizio della "sostanza", riscoprendo nella coerenza delle sue
regole la propria distinta individualità.
The analysis contained in this thesis aims to underline the main effects on business
management deriving from the progressive development of accounting techniques. In the
first chapter, following a brief survey of the informative function of numbers and accounts,
we offer a detailed reconstruction of the structure of book-keeping which was invented at the
times of the Romans in order to focus on the appealing originality of the ideas it contains,
demonstrating that marked attention was paid to the themes.
Most of the second chapter has been dedicated to the slow but progressive emergence of
double-entry book-keeping, the so called "Italian system", highlighting the logical link
between this method and the gradual shift from subsistence economies to capitalistic ones.
The chapter concludes with an analysis of the so called book-keeping period which followed
Paciolo's treatise and culminated in the elaboration of the French theory, placing particular
emphasis on the interesting transition from the concept of personified accounts to
personalised accounts.
The third chapter provides an overview of the various alternatives to double-entry bookkeeping
through time, developed in contrast to the Italian system; we have focused in
particular upon the curious proposal (explored in detail in chapters four and five) put
forward at the end of the eighteenth century by Edward Thomas Jones, to foster the
abandonment of double-entry book-keeping in favour of his "new method" which he exalted
for its presumed qualities of semplicity of application and transparency of explanation.
The sixth and final chapter is entirely dedicated to the epochal transition from the legalpersonalistic conception, upon which the study of business phenomena and related bookkeeping
issues were founded for historical reasons, to the more advanced and revolutionary
theory of value accounts which determined the ultimate success of the systematic accounting
approach.
A series of final considerations to underline and discuss the main points and results of our
analysis complete the work; we felt it was appropriate to emphasise how the establishment of
basic principles for theorising book-keeping systems, which later became part of the
conceptual framework of each doctrinal approach, represented the greatest contribution to
progress in the discipline of book-keeping. This progress allowed book-keeping methods, free
from conceptual constraints and strained interpretation, to ultimately emerge as a pure form
at the service of a substance, redescovering in the coherence of rules their distinct identity. |
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