Abstract:
Luigi Stefanini occupa nel contesto del pensiero filosofico cristiano della prima metà del ‘900, una posizione a sé tra Neotomismo e Spiritualismo cristiano, vicino ma non identificandosi con esso. In trent’anni di speculazione, approfondì il proprio itinerario, dal sorprendente Idealismo cristiano, al seguente Spiritualismo cristiano, approdando al definitivo Personalismo. Il suo campo di interessi fu vastissimo, centrato sulla natura personale dell’essere. La fondamentale preoccupazione teoretica di Stefanini fu di fondare una metafisica della persona. Da qui i suoi interessi storiografici con innovative indagini su Platone, Gioberti e uno dei primi studi in Italia sull’esistenzialismo visto come «la riduzione all’assurdo» del trascendentalismo. Significativo e poco apologetico, lo studio La Chiesa Cattolica, del 1944. La dottrina dell’imaginismo lo condusse ad approfondire il problema estetico, con attenzione al valore simbolico e metafisico dell’arte, fondando con Pareyson, nel 1955, la «Rivista di Estetica». Ormai malato vide solo l’uscita del primo numero. Fondamentale contributo portò Stefanini nel campo della pedagogia, intesa, gentilianamente, come banco di prova della elaborazione filosofica. In particolare, tratteremo degli interessi sociali e politici di Stefanini. Già impegnato a Treviso negli anni dell’avvento del Fascismo, visto come anticristiano, poi si dedicò all’insegnamento. Tale interesse socio-politico troverà espressione matura nella riflessione filosofica sulla persona nel suo essere sociale, in Personalismo sociale (1952). Con il tentativo di una fondazione metafisica della democrazia, Stefanini dimostrò anche in questo campo il suo essere quietamente inquieto.