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Obiettivo del lavoro è fornire una traduzione e un commento del centone cristiano di Proba, previa
una disamina delle maggiori problematiche ad esso legate.
Nell'Introduzione si chiariscono:
1. l'importanza della produzione centonaria latina nel IV-V sec. A dispetto del luogo comune che
vede in queste opere solo uno sterile virtuosismo, e dando per scontato, che la capacità del poeta
centonario non può risiedere nella scelta creativa delle parole dal momento che fa del principio
imitativo l'unico criterio alla base della sus versificazione, la sua creatività si esplica nella libera
scelta dei versi da cui dipende l'originalità della composizione delle singole scene e della
struttura generale dell'opera. Sotto questo punto di vista, il centone di Proba mostra la
consapevole applicazione dei principi compositivi delle parafrasi bibliche, e ampie analogie con
i poemi appartenenti al genere, inaugurato dagli Evangeliorum Libri IV di Giovenco, che prende
convenzionalmente il nome di epica biblica.
2. La posizione teologica dell'autrice. Il centone può essere considerato come l'espressione sia
della sua personale visione di Cristo, sia delle sue prese di posizione in maniera di fede, che
possono essere inquadrate nel contesto della controversia antigiudaica e nell'opposizione allo
gnosticismo e all'arianesimo.
3. La quaestio dell'identità dell'autrice: da un'attenta disamina delle coincidenze tra la tradizione
indiretta, la titolatura di alcuni codici medievali del centone e i dati prosopografici in nostro
possesso, escono confermate l'originaria identificazione della poetessa con Faltonia Betitia
Proba e, di conseguenza, la datazione del centone agli anni Sessanta del IV sec. d.C.
4. L'erroneità della tesi di chi ha identificato la poetessa nella garrula anus citata da Girolamo
nell'epist. 53,7, indirizzata nel 394 a Paolino di Noia, che costituisce per altri versi l'unico
sicuro termine ante quem per la datazione del centone. Come si dimostra, il santo si riferisce
non a Proba ma a Melania l'Anziana.
5. La non originalità dei primi ventotto versi del centone, che risultano essere stati composti a
distanza di circa un ventennio per mano di un discendente della poetessa al momento della
pubblicazione dell'opera stessa. La loro datazione è collocabile tra il 385 e il 395 d.C. sulla base
di alcune coincidenze lessicali con i vv. 22-23 del Carmen contra Paganos, e dell'esistenza
dell'epigramma adespoto AL 719 d R2 premesso al centone nei codici Augiensis CCXV2 (ora
Caroliruhensis) e Turicensis bybl. Urb. C. 68, in cui l'autore - probabilmente Fl. Anicio
Petronio Probo - dedica all'Augusto d'Oriente Arcadio una copia del centone da lui stesso
commissionatagli.
6. L 'impossibility di precisare il filone della tradizione manoscritta virgiliana utilizzato
dall 'autrice.
II testo del centone riproduce quello stabilito da C. Schenkl in Poetae Christiani Minor es, CSEL 16,
Vindobonae 1888; in apparato si segnalano i versi virgiliani di volta in volta presi a modello; la
traduzione italiana a fronte e corredata da un apparato che segnala i passi delle Scritture parafrasati
dalla poetessa.
II commento, selettivo, prende in esame le sezioni piu significative dell'opera, con particolare
attenzione per i procedimenti di "cristianizzazione" del linguaggio virgiliano, per le anomalie
metrico-prosodiche e le particolarita linguistiche del testo.
The aim of this work is to supply a translation and a commentary of Proba's Christian cento, after
having carefully examined the main problems.
In the Introduction we make clear:
1. The importance of the cento latin production in the IV-V centuries. In spite of the common
places which judge these works a simple sterile virtuosity and, given for granted that the ability
of a poet of Centos does not lie in the creative choice of words - since the only criterion used
for versification is the imitative principle - its creativity finds expression in a free choice of the
verses. It is this choice that gives originality to the single scenes and to the general structure of
the work. From this point of view, Proba's cento shows the conscious application of the
principles that make up the biblical epics and have plenty of points in common with the poems
whose genre was inaugurated by Iuvencus's Evangeliorum Libri IV. This genre is
conventionally named biblical epic poetry.
2. The author's theological attitude: the cento may be considered both as the expression of her
personal view of Christ and of her position in the faith matters which may be set in the context
of the anti-Judaic controversy and in opposition of the gnosticism and to aryanism.
3. The questio of the author's identity: through a careful examination of the coincidences of the
iindirect tradition, the titles of same medieval codes of the Cento and the prosopographic data we
have, confirm the original identification of the poetess with Faltonia Betitia Proba and according
the dating of the Cento in the sixties of the IV century d.c.
4. The error in the thesis of those who identified the poetess as the garrula anus mentioned by
Jerome in the epistle 53,7, addressed to Paolinus of Nola in 394, which is the only unerring term
ante quern in order to date the Cento. As we have demonstrated Jerome refers to Melania the
Elder not to Proba .
5. The first 28 verses of the Cento are not original since they result to have been written twenty
years later by one of the poetess's descendant when her work was published. The verses are
dated between 385 and 395 d.C. on the basis of some lexical coincidences with verses 22-23 of
the Carmen contra Paganos and the existence of the anonymous epigram (AL 719 d R2) placed
before the cento in the manuscripts Augiensis CCXV2 (now Caroliruhensis) and Turicensis
bybl. Urb. C. 68, where the author - probably Fl. Anicius Petronius Probus - dedicates a copy
of the cento to the Augustus of Pars Orientis Arcadius who had commissioned it.
6. The impossibility of telling exactly which trend of the manuscript of the Vergilian tradition she
used.
The text of the cento reproduces the one C. Schenkl fixed in Poetae Christiani Minores, CSEL 16,
Vindobonae 1888. We have pointed out the Vergilian verses we have taken as a model from time to
time. The parallel Italian translation has an apparatus which points out the passages of the
Scriptures the poetess paraphrased.
The selective commentary has considered the most significant sections of the work with particular
attention to the process of "christianization" of the Vergilian language because of its metricalprosodic
anomalies and the text linguistic peculiarities. |
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