Abstract:
Le professioni sociali e sanitarie vengono definite “higtouch” (ad alto contatto) perché quotidianamente incontrano e si relazionano con persone in difficoltà e che soffrono. I professionisti di questi servizi corrono quindi maggiori rischi per la loro salute psichica.
Questa ricerca intende correlare le caratteristiche del lavoro sociale e la massiccia presenza del genere femminile nei servizi alla persona, agli effetti dei rischi psicosociali.
Il Decreto Legislativo 81/2008 definisce per la prima volta il concetto di “salute” come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità”. Esso riconosce, quindi, l’importanza di un benessere anche psichico e permette di accrescere l’interesse verso i così detti “rischi psicosociali” e i loro costi.
I rischi psicosociali derivano principalmente dall’interazione tra il lavoratore e il lavoro che svolge in particolare l’organizzazione, la gestione, il contenuto, le condizioni dell’ ambiente.
Questa categoria di rischi provoca tre principali effetti sulla salute fisica e psichica: Stress, Burnout e Mobbing.
Queste tre forme estreme di disagio verranno definite e correlate nello specifico alla professione dell’assistente sociale. Un approfondimento riguarderà anche l’importanza della prevenzione per ridurre le conseguenze dei rischi.
Alcune interviste ad assistenti sociali serviranno, infine, per comprendere nel concreto le difficoltà che si incontrano quotidianamente nello svolgimento della professione ma verrà evidenziata la passione per questo lavoro che spinge, nonostante tutto, a non arrendersi.