Abstract:
Liana Badr: Il tempo della notte
In questa tesi verrà presentata la traduzione di una raccolta di poesie dal titolo Il tempo della notte, della poliedrica autrice palestinese Liana Badr.
Il lavoro qui proposto si dispiega attorno allo sforzo di tradurre, nel senso di trasportare un’opera da una lingua all'altra, ma anche in quello di condurre oltre, come la stessa etimologia della parola indica, una realtà intera che, nel caso in questione, è quella palestinese.
La raccolta poetica di Liana Badr si inserisce entro il contesto della letteratura palestinese la quale, come afferma l’intellettuale Salma Khadra Jayyusi, pur integrandosi nella categoria di letteratura araba moderna, presenta una propria, marcata caratterizzazione relativamente alla trattazione dello spazio-tempo e, naturalmente, per il suo particolare coinvolgimento politico; un coinvolgimento che è inevitabile, e che si esplica nelle conseguenze che le vicissitudini della Nakba hanno avuto sulle vite dei palestinesi.
La stessa biografia di Liana Badr è emblematica di come i fatti politici abbiano plasmato la sua vita: l’errare della poetessa tra Palestina, Giordania e Libano, diventa una metafora che ricalca lo spostamento dell’ Olp e del popolo palestinese, e il suo sguardo e la sua voce raccontano un'esperienza che, pur differenziandosi, si unisce a quella di un popolo che abita un “non-luogo” e un “non-tempo”. Tornata in Palestina nel 1994, dopo gli Oslo, l’autrice si trova davanti una terra geograficamente e culturalmente diversa, che ha l’esigenza di riprendere il controllo sulla propria immagine; esigenza che la Badr soddisfa anche attraverso filmati e video, dando prova di grande versatilità artistica.
La raccolta Il tempo della notte racchiude la complessa realtà fin qui delineata e costituisce la sfida che questa tesi ha cercato di affrontare. Attraverso i suoi versi Liana Badr racconta di paesaggi naturali alterati dall'occupazione, dai checkpoint e da ogni altro genere di barriere.
Lo scenario viene dunque ritratto come claustrofobico; meraviglia anche la pioggia in un luogo come quello descritto, che quasi umanizza una quotidianità malata e ben lontana dalla normalità.