Abstract:
In Cina, il luogo dotato di maggiore risonanza simbolica è Piazza Tiananmen: tradizionale luogo di rappresentazione del potere politico, ma anche di contestazione dello stesso, simbolo sacro della nazione, ora oggetto di consumo turistico e insieme di una diffusa nostalgia per il “buon tempo andato”, icona nell’universo mediatico globale di una mancata evoluzione democratica, vetrina della modernizzazione e dello sviluppo del paese secondo il governo. Questa tesi analizza i diversi significati che la piazza assume nei diversi contesti narrativi alla luce della concettualizzazione del luogo e della costruzione del suo significato articolate dai geografi contemporanei. Viene delineata l’evoluzione morfologica della piazza che riflette la volontà dello stato di farne un simbolo dell’identità nazionale e del proprio potere egemonico, mettendo in evidenza come il tentativo di cristallizzarne il significato e di controllarne lo spazio sia continuamente minato da altre forze e altri attori, come dimostrano i movimenti di opposizione sviluppatisi nel corso del 20° secolo che l’hanno usata per veicolare i propri messaggi politici. Si vuole così mettere in luce come ogni tentativo di rivendicare un controllo esclusivo su un luogo e sul suo significato sia destinato al fallimento, in quanto esso è piuttosto il prodotto di una dialettica di significati e funzioni diverse che si intersecano e si sedimentano contribuendo a ricrearlo e definirlo continuamente.