Abstract:
La tesi propone un'analisi del panorama artistico contemporaneo dell'ultima decade, focalizzandosi sulle produzioni video ad opera di artisti che utilizzano supporti analogici.
Tale scelta, apparentemente obsoleta rispetto alle tendenze dell'era digitale, è in contrasto con le modalità espressive di un linguaggio artistico “recente” come la videoarte, in cui l'impiego di mezzi innovativi - presi in prestito dal cinema, dalla televisione, dalla rete – è spesso parte integrante del messaggio dell'opera stessa.
L'elaborato ripercorre brevemente l'evoluzione tecnica del video nell'arte e le sue modalità di fruizione - dalle prime sperimentazioni su pellicola degli anni Sessanta, al cruciale passaggio dall'analogico al digitale, fino ai più recenti lavori in alta definizione - confrontandosi con alcuni esempi di produzioni analogiche contemporanee. In particolare, si esamina il catalogo dell'installazione video "Film" di Tacita Dean (Tate Modern, Londra 2011), dove l'artista raccoglie numerosi di scritti a cura di artisti, registi, critici e curatori che sostengono l'importanza della preservazione dell'analogico come alternativa all'onnipresenza virtuale. Da un'indagine sull'opera di Dean e sui lavori di altri artisti che si avvalgono (totalmente o in parte) di tale supporto, traspare un approccio totalmente inedito verso il medium, non tanto nostalgico verso il passato ma piuttosto critico e innovativo nei confronti delle tendenze della contemporaneità.