Abstract:
Questo lavoro si configura come uno studio sulle possibilità di una filosofia del linguaggio ordinario a partire da una presentazione dell’opera di Ludwig Wittgenstein, con particolare riferimento alla distinzione di alcuni aspetti antropologici, ricostruiti nella prospettiva di un’analisi dell’esperienza. Il concetto di “ordinario” è esaminato in modo storico-critico, oltre che teoretico, approfondendo le tesi di Stanley Cavell e discutendone effetti e conseguenze per una ridefinizione del ruolo della soggettività nell’analisi logico-linguistica dell’ultima filosofia di Wittgenstein.