Abstract:
L'analisi delle valenze che qing assume nel Zhuangzi mostra come i diversi
significati del carattere siano legati da un rapporto di mutua e logica derivazione e come siano tutti
riconducibili a una matrice comune che consente una descrizione coerente del concetto di qing nel
rispetto della sua polisemia.
Il significato fondamentale di qing si evidenzia nell'uso del termine in riferimento al Dao,
del quale indica le caratteristiche intrinseche, designando di conseguenza anche quelle di tutte le
cose, che del Dao sono manifestazione. Consistendo in ciò che le cose sono in sé per propria natura,
qing costituisce l'oggetto ideale della conoscenza, designando pertanto anche la verità dei fatti e la
veridicità delle parole. In relazione all'essere umano, qing ne designa in modo particolare la
naturale predisposizione a relazionarsi con l'altro e con l'ambiente in generale reagendo agli stimoli
da questi forniti; qing costituisce il processo reattivo e comunicativo peculiare all'uomo, processo in
cui la formulazione di giudizi, il sorgere di preferenze, emozioni, desideri e intenzioni si legano in
un rapporto di mutua derivazione e dipendenza.
Qing, indicando le caratteristiche intrinseche dell'uomo, si rivela affine a xing (natura
umana). Il carattere xing non occorre nella prima sezione del Zhuangzi, nella quale inoltre non si
riscontrano termini a esso pienamente corrispondenti e pertanto in grado di sostituirlo; l'analisi del
rapporto tra qing e xing e del contesto polemico che segna l'esplicita introduzione del tema di xing
nel testo induce a ipotizzare che l'assenza del carattere xing dal nucleo originario del Zhuangzi, non
impedendo al suo autore di trattare della natura umana, esprima il suo rifiuto di aderire alla
concezione propugnatane dai pensatori suoi contemporanei, in particolare da Mencio. Qing designa
le caratteristiche intrinseche della natura umana: la conservazione della purezza e della spontaneità
che costituiscono la dotazione originaria dell'uomo consente di preservare l'integrità di qing, e
dunque di xing, e di agire in modo morale; l'allontanamento da tale condizione porta all'alterazione
di qing e all'adesione a quei valori morali artificiali e convenzionali la cui imposizione il Zhuangzi
avversa.
Le valenze di qing riscontrate nel Zhuangzi sono attestate anche nelle altre opere del periodo
pre-Qin, le quali inoltre frequentemente impiegano il termine nel senso di "sentimento, emozione".
Si esclude che nel Zhuangzi qing possa assumere in maniera diretta tale accezione, per quanto
l'opera attribuisca un valore fondamentale alle emozioni, considerando le modalità della loro
espressione indice della qualità pura o alterata del qing dell'individuo e ritenendo che esse svolgano
un ruolo primario nel motivare nel singolo la volontà di ripristinare la purezza originaria del proprio
qing. Le opere coeve al Zhuangzi individuano nella spontaneità delle emozioni il segnale
dell'imperfezione morale di xing, indicando nella pratica rituale e nello studio i mezzi utili a
regolare le emozioni e a condurre alla moralità la natura umana. Diversamente, per il Zhuangzi xing,
essendo determinato dal Dao, all'origine è moralmente buono, così come di conseguenza le
emozioni in cui si esprime; la radice del male risiede nell'errore gnoseologico, che porta ad aderire
a conoscenze parziali che ostacolano la comprensione del Dao e dei valori che da esso discendono; i
limiti della conoscenza condizionano lo svolgersi del processo di reazione e comunicazione che è
parte costitutiva del qing dell'uomo causando il sorgere di emozioni inappropriate e smodate che
rivelano l'allontanamento dell'individuo dall'Autenticità. Il rifiuto del Zhuangzi di impiegare qing
nel senso di "emozione" e l'enfasi posta sul problema della conoscenza si ritiene esprimano il
rifiuto della concezione negativa delle emozioni e della natura umana propugnata dagli altri
pensatori del periodo pre-Qin.
The analysis of qing in the Zhuangzi shows that the different meanings the term
takes are connected in a relation of mutual and logical derivation, and that they all stem from a
common basis which allows to give the concept of qing a coherent description in full respect of its
polysemy.
Qing reveals its basic meaning in the occurrences in which it is used with reference to the
Dao, whose it indicates the intrinsic characteristics, therefore indicating also the intrinsic
characteristics of all the things, which of the Dao are manifestations. Being what things are in
themselves according to their nature, qing constitutes the ideal object of knowledge, and thus it also
denotes the truth of facts and words. In relation to human beings, qing particularly denotes man's
natural predisposition to interact with the other and generally with the surrounding environment by
reacting to the stimuli he receives from them; qing constitutes the reaction and communication
process peculiar to man, process in which the formulation of judgements, the rising of preferences,
emotions, desires, and intentions are connected in a relation of mutual derivation and dependence.
Qing, indicating man's intrinsic characteristics, reveals itself to be similar to xing (human
nature). The character xing does not occur in the first section of the Zhuangzi; the analysis of the
relation between qing and xing and of the polemical context marking the explicit introduction of the
topic of human nature in the work induces to hypothesize that the absence of the character from the
original core of the Zhuangzi, not preventing its author from dealing with the theme of human
nature, expresses his refusal towards the conception of xing held by the other thinkers of the period,
particularly by Mencius. Qing designates the intrinsic characteristics of human nature; the
preservation of the purity and spontaneity of man's original endowment allows to preserve the
integrity of qing, and hence of xing, and thus to act morally, whilst the deviation from the original
purity causes the authenticity of qing to be lost, and man to adhere to those artificial and
conventional moral values whose imposition the Zhuangzi refuses.
The meanings of qing found in the Zhuangzi are also attested in the other pre-Qin works, in
which, moreover, qing is often given the sense of "feeling, emotion"; the analysis of the text
induces to rule out the possibility for qing to take this meaning directly in the Zhuangzi, although
the work attributes a fundamental value to emotions, deeming the ways in which they are expressed
to betoken the pure or altered quality of the individual's qing, and believing emotions to play a
primary role in determining the individual's will to restore the original purity of his qing. The works
contemporary to the Zhuangzi deem the spontaneity of emotions to be the signal of man's moral
imperfection, indicating the ritual practice and learning as the means by which regulate emotions
and bring morality to human nature; differently, for the Zhuangzi xing, being determined by the Dao,
is morally good, and consequently also the emotions by means of which it expresses itself are
morally good. The Zhuangzi indicates the root of evil in the gnoseological mistake causing man to
adhere to partial forms of knowledge which hinder the understanding of the Dao and of the values
deriving from it; the limits of partial knowledge condition the carrying out of the reaction and
communication process which is constitutive part of man's qing, causing inappropriate and
excessive emotions to rise; such emotions reveal the individual's deviation from the Authenticity of
his nature. We believe the refusal of the Zhuangzi to use qing in the meaning of "emotion" and the
emphasis it puts on the problem of knowledge to be expression of the refusal of the authors of the
work towards the negative conception of emotions and of human nature held by the other thinkers
of the pre-Qin period.