Abstract:
Nelle esperienze narrative immersive e transmediali offerte dal cinema contemporaneo viene a delinearsi un ruolo sempre più performativo da parte degli ormai “ex” spettatori. Apparentemente, al fruitore-medio non verrebbe tanto chiesto uno sforzo interpretativo, quanto piuttosto di transitare all’interno di percorsi pre-impostati in un vasto “parco giochi” che funzionerebbe come stimolatore di sensi. Secondo il presente lavoro risulta veramente riduttivo condannare a priori questa tendenza fruitiva alla noncuranza delle interpretazioni e della ricerca dei significati, piuttosto sarebbe utile indagare la natura delle narrazioni di volta in volta costruite e in particolare analizzare il portato delle emozioni sollevate rispetto agli abiti fruitivi messi in gioco. Un approccio all’esperienza e alla teoria delle emozioni come quello deweyano risulterebbe particolarmente fertile per approfondire questa analisi. A partire da questa matrice filosofica deweyana e dall’analisi della recente letteratura sul fictionalizing -da Wolfgang Iser all’evoluzionismo estetico di Brian Boyd e Denis Dutton- s’indagherà il contributo delle narrazioni nell’innovazione dei processi di produzione e fruizione nell’industria culturale, evidenziando di conseguenza le ricadute originate o potenzialmente generabili e, soprattutto, discriminandone gli esiti con l’esemplificazione dei casi analizzati: il cinema contemporaneo alla luce del transmedia storytelling e un focus sulla serie TV Supernatural.