Abstract:
Il rapporto tra corpo, performance art e pratiche teatrali è lo snodo centrale e il punto di partenza per un'analisi che intende procedere oltre i confini della figurazione per aprirsi ad uno studio su quelle forme artistiche che lavorano intrecciando teatro e arti visive. Da ormai un decennio sono entrati in voga nei linguaggi dell’arte contemporanea concetti riguardanti l’arte partecipativa e relazionale. E’ sorprendente come il ricco dibattito non abbia intercettato il campo delle pratiche teatrali che ugualmente si è mosso lungo binari di sperimentazione analoghi, finanche coincidenti: da mimesi catartica, a rappresentazione fantastica, a dispositivo che sperimenta modelli di partecipazione e di condivisione creativa. Se i punti di contatto sono sempre più frequenti penso sia necessario non ignorarsi ma frequentarsi, ricercare le origini, rintracciare i tratti comuni e le prime forme di relazione tra questi due macro-mondi, tenendo presente le multiformi declinazioni delle arti visive. Partire quindi dal Futurismo, da una nuova idea di cultura totale intenzionata a superare il confine che separa l’arte dalla vita, per poi ri-orientare la storia dell’arte d’avanguardia rendendo quelle azioni futuriste centrali piuttosto che note a margine. Le vicende di queste interferenze e incroci fra teatro e arti visive avranno come soggetto-protagonista, e come punto di convergenza, il corpo. La corporeità indagata sia come presenza fisica e strumento usato dagli artisti a partire dagli anni sessanta del Novecento, sia come essenza dell’evento teatrale. Corpi in azione, in spazi che non rispondono più alle tradizioni e alle convenzioni dei teatri e dei musei, ma che vengono assunti in qualche modo come scene, come luoghi della fruizione.