Abstract:
Il presente elaborato si configura sostanzialmente come un esperimento d’analisi, formale e semantica, condotto su passi specifici dal «Milione». Selezionate le schede storico-militari del libro (testo base la redazione franco-italiana ‘F’, secondo la più recente ed. a cura di Eusebi del ms. fr. 1116 BnF), capitoli a dominante narrativa imperniati sul racconto di fatti d’arme corredati, all’occorrenza, da rappresentazioni di battaglie campali o assedi, si è tentato di definirne uno schema, una ‘silhouette’ strutturale per motivi ricorrenti. Strettamente connesso a questa ricognizione delle unità di contenuto è il rilevamento, sul piano espressivo, del cosiddetto stile formulare: ho provato a compilare un regesto di formule, appunto, e di ‘semi-formule’ di vario genere (attive, descrittive), nonché dei più tipici tratti sintattici e delle forme principali d’intrusione del narratore nel tessuto discorsivo. Questa, in breve (e in parte), la prospettiva ‘sincronica’ del lavoro. In seconda battuta, si è operato similmente su brani analoghi dalla «Compilation arthurienne» (più comunemente «Meliadus») di Rustichello da Pisa (ed. di riferimento quella di Cigni, basata sul ms. fr. 1463 BnF), notoriamente co-autore del «Devisement dou monde» insieme a Marco Polo, con lo scopo di mettere in luce analogie e scarti di natura, sì morfologica, ma specialmente tematica, di materia. È proprio su queste divergenze, infatti, che si misura la distanza siderale tra il mondo occidentale feudale, con la sua violenza regolata dalle buone maniere della cavalleria, e il mondo orientale, segnatamente turco-mongolo, in cui l’‘ethos’ della guerra segue logiche a volte francamente incomprensibili. Ciò si verifica nella realtà; l'idea di fondo del lavoro era (ed è) vedere, se possibile, cosa succede nel rispecchiamento letterario, figurativo, se vogliamo, di questo stato referenziale delle cose.