Abstract:
Questa tesi si propone di indagare il carattere, l’origine e la legittimità giuridica del nikāḥ al-mut‘a, ‘‘matrimonio temporaneo’’ o meglio ‘‘di godimento’’, attraverso la traduzione di un documento originale: il Wasā‘il al-Shī‘a di al-Ḥurr al-‘Ᾱmilī. Dell’intera opera, ovvero una vasta raccolta di ḥadiṯ che toccano le principali questioni del diritto islamico, abbiamo preso in esame esclusivamente la voce riguardante il matrimonio temporaneo, che si trova all’interno del quattordicesimo volume della raccolta, dedicato interamente alla questione del matrimonio. La traduzione, dalla lingua araba a quella italiana, costituisce il corpus principale della tesi e vuole essere il punto nodale dal quale le conclusioni verranno tratte. Abbiamo tentato inoltre di sottolineare la diversità dell’approccio sunnita e sciita rispetto a tale questione e di tracciare un breve excursus delle loro discordanze ideologiche. Il nikāḥ al-mut‘a, rappresentando un istituto matrimoniale in piena regola, è provvisto di molti aspetti che lo accomunano ad un normale matrimonio e che abbiamo preso in esame: la stipulazione di un contratto bilaterale tra le parti, la presenza di un walī e l’elargizione di una dote. Allo stesso tempo abbiamo analizzato peculiarità specifiche della mut‘a, legate proprio alla sua natura temporanea: la scadenza stabilita del contratto; l’assenza, anche se non in tutti i casi, di un’eredità; l’articolazione di formule e locuzioni che legalizzano l’unione delle due parti e la rendono lecita; i dettami che regolano il riconoscimento della prole nata sotto il contratto, i periodi di continenza(‘idda) della donna allo scadere del termine di ogni unione. Infine abbiamo cercato di trattare ogni aspetto sopra citato attraverso un ottica sia storica che giuridica, al fine di fornire un quadro utile alla comprensione della mut‘a a un lettore contemporaneo.