Abstract:
L'“Anti-enciclica” di Ivan Platonov costituisce uno scritto importante per chi voglia entrare nel vivo del secolare dialogo culturale di un'Europa divisa tra cristianesimo ortodosso e cattolico. Redatta nel 1881 e indirizzata da uno “slavo ortodosso agli slavi cattolici”, essa è un'opera dal carattere fortemente polemico e di parte, che si inserisce nel dibattito religioso ottocentesco all'interno di quello che è stato oggi definito “revival cirillo-metodiano”. Revival che non ebbe valore prettamente religioso, ma che può servire come chiave di lettura alla contrapposizione politica e ideologica, che nel XIX secolo divideva da una parte la Russia e gli slavi ortodossi, e dall'altra l'Occidente dell'Impero Austro-Ungarico, al cui interno le popolazioni slave erano un'etnia sottomessa alla classe dominante di origine germanica. Con una lingua vivace e ben distante dai canoni della saggistica tradizionale, Platonov porta chi legge indietro nel tempo fino al medioevo, indagando le circostanze politiche che guidarono le scelte di papi, principi e imperatori in merito all'attività di Cirillo e Metodio nell'Europa del IX secolo. È poi con continui rimandi all'Enciclica di Leone XIII – scritta soltanto un anno prima, per esaltare l'opera compiuta mille anni addietro dai due fratelli di Tessalonica – che Platonov riconduce il lettore al proprio tempo, muovendo un'aspra critica agli scrittori slavi occidentali, suoi contemporanei, che con il papa manifestavano il rinnovato interesse della chiesa cattolica nei confronti di Cirillo e Metodio. Il presente lavoro intende fornire una traduzione italiana e un commento all'“Anti-enciclica”. Lo scopo principale del commento è stato quello di rilevare le peculiarità testuali che hanno influenzato determinate scelte traduttive, dalla ricerca di termini religiosi con una connotazione più “orientale” vs. “occidentale”, allo scioglimento di una sintassi molto complessa e squisitamente russa, al mantenimento del tono e dello stile spiccatamente polemici che caratterizzano l'opera.