Abstract:
Il presente lavoro di tesi è stato sviluppato considerando due aspetti tra loro complementari della chimica applicata ai beni culturali, lo studio dei materiali e l'intervento sui beni stessi, promuovendo un approccio non solo scientifico ma anche sostenibile del restauro, partendo dall'esperienza del "Progetto Shared Culture "Torecello 2012. Alle origini di Venezia". Oggetto di studio sono stati alcuni reperti ceramici rinvenuti nello scavo archeologico svolto sull'isola di Torcello, nel periodo novembre 2012-aprile 2013.
Il lavoro è stato suddiviso in due fasi successive tra loro interconnesse.
La prima fase del lavoro è stata di tipo "tradizionale" e ha riguardato la caratterizzazione chimica e fisica dei reperti che, appartenendo a epoche diverse, risultano differenti per impasto ceramico, tipo di rivestimento e metodologie di cottura impiegate. In questa fase, particolare attenzione è stata dedicata allo studio del rapporto tra vetrina e corpo ceramico: l'eventuale presenza di minerali di neoformazione nell'interfaccia e lo spessore di quest'ultima, sono infatti in grado di fornirci indicazioni riguardo la tipologia e la massima temperatura di cottura del manufatto.
La seconda fase è stata di tipo "pratico" e ha riguardato la scelta e la verifica dei prodotti presenti sul mercato per il consolidamento dei reperti ceramici invetriati, che si presentavano in molti casi in cattivo stato di conservazione. L'intervento ha visto l'applicazione di due approcci: i) classico, utilizzando tre diversi consolidanti presenti nel campo del restauro, Estel 1000, Nanoestel e Acryl 33; e ii) sperimentale, volto da una parte al ripristino della protezione offerta dall'originale vetrina, tramite applicazione di film adesivi a base di PET e, dall'altra alla ricostruzione della vetrina stessa attraverso formulazioni bassofondenti.
La fase di creazione della vetrina ha riguardato non solo l'individuazione della ricetta più semplice e facile da realizzare ma anche la necessità di un controllo della compatibilità delle fasi operative con i reperti stessi, che sarebbero stati poi sottoposti al trattamento. In tale fase sono state sperimentate diverse ricette e controllate le proporzioni tra i componenti delle diverse formulazioni, le interazioni tra corpo ceramico e vetrina nonché le temperature di cottura.
Le indagini chimico-fisiche sono state ottenute utilizzando: microscopia ottica, fluorescenza a raggi x, spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier, microscopia elettronica a scansione, colorimetria.