Abstract:
Contrariamente a quanto si può ritenere, in Giappone gli studi sulle forme della lingua
scritta (buntai) sono piuttosto recenti e i diversi schemi di classificazione proposti sono il
risultato della ricerca condotta, agli inizi di questo secolo, da un ristretto numero di studiosi,
mentre in Occidente il problema è completamente privo di un approccio organico e i pochi
studi finora condotti sono per lo più di carattere compilativo.
Particolarmente interessante si rivela poi l'analisi di quegli stili letterari misti che
presentano contaminazioni tra scritture di stampo sinogiapponese e scritture a carattere
prettamente autoctono che, pertanto, costituiscono un eccellente campo di studio per
l'approfondimento di questi temi.
La presente ricerca si propone di analizzare le problematiche fondamentali, di carattere
filologico linguistico, relative all'evoluzione e alla tassonomia della lingua giapponese scritta,
con particolare riferimento al giapponese medio dal periodo Insei al tardo periodo Kamakura
(1086-1333 d.C). Quale campo di studio si è scelto il manoscritto dello Hizohoyaku (La chiave
preziosa al tesoro esoterico), risalente al secondo anno dell'era Nin'an (1168 d.C), conservato
presso l'università di Tòkyo.
Il lavoro è strutturato in due parti: uno studio descrittivo dei principali tratti linguistici
che emergono dall'indagine testuale e un'indagine filologica condotta direttamente sul codice
giapponese. Il primo, dopo aver illustrato la storia e le problematiche relative
all'interpretazione delle fonti in cinese classico in Giappone secondo la cosiddetta strategia del
kanbun kundoku, si sofferma sulle caratteristiche fondamentali della lingua che risultano da
uno studio sincronico e diacronico del testo in esame: componenti grafematici e
paragrafematici, fonologia e sintassi.
Lo studio filologico del manoscritto è presentato nella seconda parte dell'elaborato da
consultare, secondo l'ordine di lettura dei testi giapponesi quando scritti in verticale, da
destra a sinistra.
Alla luce dell'importanza che questo documento riveste nell'individuazione della vita
linguistica di questa fase di transizione della storia giapponese, si è provveduto in primo luogo
alla sua trascrizione, che riproduce fedelmente l'intero testo glosse incluse, presentata in
un'edizione a fronte con le fotografie a colori dell'originale.
Quest'ultima si è rivelata di fondamentale importanza nella realizzazione della riscrittura del
testo in cinese classico secondo l'ordine sintattico e le letture giapponesi indicate dalle glosse
(yakubun) e nella stesura dell'indice delle concordanze dell'intera opera, composta da tre
volumi per un totale di centoventisette pagine e sedicimilacinquantasette caratteri, cui sono
dedicate rispettivamente la seconda e terza sezione dello studio filologico.
Studies on written language forms (buntai) are in Japan rather new and the various
classification schemes proposed are the result of the research, handled by a narrow circle of
researchers, at the beginning of the twentieth century. In Western countries the problem is
analyzed without an organic approach and the few studies conducted till now have mostly
anthological features.
Of particular interest is the analysis of hybrid literary styles showing contaminations
between Sino-Japanese and autochthonous writings, which are an excellent field of study for
examining closely these matters.
The intent of this dissertation is to analyze the main problems of philological linguistic
character, related to evolution and taxonomy of Japanese written language, especially middle
Japanese from Insei to late Kamakura period (1086-1333 a.C). Thus the manuscript of
Hizohoyaku (The precious key to the esoteric treasure), second year of Nin'an era (1168 a.C.)
held by the university of Tokyo, has been chosen as a research field.
The work has been structured in two parts: a descriptive study of the main linguistic
features resulting from a textual analysis and a philological survey carried out directly on the
original manuscript. The former shows the history and problems related to the interpretation
of classical Chinese sources in Japan according to kanbun kundoku strategy, and dwells on
the basic language characteristics coming out from a synchronic and diachronic study of the
text: graphematics and paragraphematics components, phonology and syntax.
The philological study of the manuscript is shown in the second part of the dissertation
according to the reading order of Japanese texts when written in vertical: from right to left
side.
Taking into account the importance of this document to determine linguistic life of this
period of transition in the history of Japanese, it has been arranged, at first, its transcription,
reproducing accurately the whole text including glosses, shown in an edition with parallel
color photographs of the original document arranged in three volumes, with one hundred and
twenty seven pages, sixteen thousands and fifty seven characters.
This one has been extremely important in carrying out the translation of the classical
Chinese text according to syntactic order and Japanese readings shown in glosses (yakubun)
and the index of concordances of the whole manuscript included in the second and third
section of the philological study.