Questo lavoro è incentrato sul rapporto tra postcolonialismo e femminsmo nell'opera di tre poetesse provenienti dal subcontinente indiano: Meena Alexander, Suniti Namjoshi e Imtiaz Dharker, che si interrogano sui conflitti in atto nel posizionarsi come scrittrici non bianche in un mondo dominato da scrittori bianchi, a maggior ragione in virtù della loro compelssa geografia personale, frutto di molteplici migrazioni. Sempre a cavallo tra culture a volte in conflitto tra loro, queste scrittrici sono particolarmente sensibili all'intersecarsi di diversi assi - di genere, di provenienza geografica, di religione, di sessualità e così via - lungo i quali si posiziona l'esperienza della scrittura femminile. La poesia, con le sue ambiguità e le sue flessibilità linguistiche, risulta per queste autrici un mezzo particolarmente efficace per indagare un'interiorità ricca di interrogativi e conflitti.
This study focuses on the relationship between postcolonialism and feminism in the work of three poets stemming from the Indian subcontinent: Meena Alexander, Suniti Namjoshi and Imtiaz Dharker. These three writers investigate the conflicts involved in positioning themselves as writers of colour in a world dominated by white writers, something that is amplified by their complex personal geography involving multiple dislocations. Always straddling different cultures sometimes in conflict one with the other, these writers are particularly well-suited to discuss the intersections between different axes - of gender, geographical provenance, religion, sexuality, and so on - along which the experience of women's writing is located. Poetry, with its ambiguities and linguistic flexibility, is for these writers a particularly incisive means to investigate an inner self rich in questions and conflicts.