Abstract:
L'elaborato si propone di analizzare il concetto di gesto nella poetica coreutica di Virgilio Sieni attraverso un'indagine interdisciplinare di un percorso di danza ideato dal coreografo per la Biennale College Danza di Venezia del 2013 da lui diretta, all'interno del più ampio progetto “Abitare il mondo, trasmissione e pratiche”. Il percorso in esame Agorà Madri e Figli nasce con l'intento di portare alla danza dodici coppie di madri e figli non danzatori attraverso un percorso di costruzione di una performance presentata al pubblico in occasione del celebre Festival dedicato alla danza.
Attraverso un incontro tra la prospettiva antropologica e l'approccio storico-artistico, questo lavoro intende analizzare l'esperienza in esame come una forma di resistenza attuabile attraverso la danza al modo normato di vivere la quotidianità, al fine di un ripensamento tanto individuale quanto collettivo sull'idea di danza, di gesto e di corpo.
Il primo capitolo tenterà un inquadramento storico-artistico dell'esperienza di danzatore e coreografo di Virgilio Sieni, con particolare riferimento ai progetti con amatori degli ultimi dieci anni. Proporrà inoltre una breve storiografia della disciplina dell'antropologia della danza dagli anni Sessanta ad oggi al fine di dimostrare l'utilità di un approccio interdisciplinare ai dance studies.
Il secondo capitolo metterà a confronto l'idea che Virgilio Sieni ha della danza come esperienza rituale con la percezione dei partecipanti al progetto Agorà Madri e Figli e la prospettiva antropologica sulla materia del rito.
Nel terzo capitolo analizzerò l'intera concezione del festival come strumento di ridefinizione della relazione tra uomo e città. Tenterò infine di dimostrare come la performance inserita nel tessuto cittadino produca una demarcazione spaziale che induce i partecipanti a ridefinire la propria percezione dello spazio pubblico.
Il quarto capitolo prende in esame la visione della danza di Virgilio Sieni come una questione di “durata”. Attraverso un'analisi del percorso di costruzione coreografica messo a punto da Virgilio Sieni da un punto di vista temporale tenterò di dimostrare come il gesto si configuri come un momento di sospensione del quotidiano e di riappropriazione della memoria nella narrazione del sé.
Il quinto capitolo analizza invece il metodo di creazione coreografica di Virgilio Sieni da un punto di vista percettivo. Finalità del capitolo sarà dimostrare come l'esperienza e la concezione del coreografo metta in discussione la percezione comune del senso del tatto e sia considerabile come una pratica di educazione dello sguardo.