Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare la complessità del legame tra logica e ontologia nel pensiero di Gustavo Bontadini. A partire dalla collocazione della filosofia bontadiniana all’interno della tradizione filosofica occidentale, viene preso in esame il debito speculativo di Bontadini nei confronti della filosofia idealistica e attualistica in particolare. Si sottolinea come il superamento del dualismo gnoseologico, che ha il suo culmine con l’attualismo gentiliano, conduca Bontadini al recupero della metafisica classica, dopo il rifiuto dogmatico protratto dalla filosofia moderna a partire da Kant.
Attraverso lo studio del metodo bontadiniano per l’elaborazione di una rigorosa metafisica dell’essere, il lavoro si concentra sul ruolo del principio di non contraddizione nella formulazione del teorema metafisico, osservando, in particolare, l’esigenza di escludere il contraddittorio che attraversa tutte le fasi della riflessione bontadiniana: dal concetto di Unità dell’Esperienza quale punto di partenza del sapere, si prosegue nell’analisi del ruolo della contraddizione, prima nella formulazione dell’inferenza metempirica che scopre l’Assoluto attraverso l’ipotesi di un divenire originario, e successivamente nella formulazione apagogica che considera la contraddittorietà del divenire in quanto tale, sanata con la formulazione del Principio di Creazione.
Vengono quindi approfondite le implicazioni del principio di non contraddizione logico sul piano ontologico, attraverso l’analisi di fondamentali temi bontadiniani, tra cui, in particolare, il “Principio di Parmenide ad honorem” e l'inferenza metempirica come "sintesi a priori". Approfondendo il rapporto di circolarità che intercorre tra il principio di non contraddizione logico e il principio di non contraddizione ontologico, viene fatta emergere la semantizzazione dell’essere che soggiace all’elaborazione della metafisica di Bontadini. Si tratta di un ambito di semantizzazione in cui torna a primeggiare il principio di non contraddizione: l’essere che si definisce come opposizione al nulla è la risposta ontologica alla necessità logica di escludere l’escludente.