Abstract:
Nello straordinario arazzo della multiculturalità dell'Asia Orientale lo sciamanesimo è il tratto comune nella religiosità dei popoli che la abitano. La credenza nell'esistenza di un mondo aldilà di quello umano e la figura di uno sciamano che viene indotto alla trance per stabilire un contatto con esso sembrano essere la costante. Grazie agli spiriti lo sciamano entra in possesso di conoscenza e poteri straordinari come preveggenza, capacità di curare le malattie, abilità negromantiche che egli utilizza a beneficio della sua comunità. Il contatto può avvenire per mezzo del volo estatico, per cui l'anima dello sciamano esce dal suo corpo e scala i vari cieli fino a raggiungere la dimora degli dei, oppure con la possessione spiritica in cui gli dei discendono nel corpo dello sciamano e parlano attraverso di lui. Questi due movimenti opposti, uno verso l'alto e uno verso il basso, sono il discrimine che separa i culti sciamanici femminili da tutti gli altri.Il presente lavoro è uno studio comparatistico dello sciamanesimo in Giappone Corea e isole Ryukyu, paesi in cui è la donna la specialista del mondo del sacro. Ella si rende desiderabile dalle divinità e le invita ad entrare nel suo corpo attraverso il canto, la danza, l'esecuzione musicale di determinati strumenti o la recitazione di speciali preghiere o formule magiche. Nel corso dei secoli la religione delle donne è stata sommersa dai culti della società patriarcale come il Buddismo e il Confucianesimo e salvo il caso delle isole Ryukyu, relegata a un ruolo marginale, defilato ma che lascia trasparire, nonostante tutto, la sua presenza.