Abstract:
Si è scelto di approfondire il contributo artistico di Virgilio Marchi, architetto e scenografo italiano, particolarmente attivo tra il 1919 e il 1930 che, sulla scia delle poetiche futuriste, sperimentò nuove soluzioni a livello architettonico e scenografico.
Nello sviluppo della trattazione si è scelto di concentrarsi in particolare sul legame tra il movimento futurista e le innovazioni introdotte da Marchi in campo scenografico, fino ad affrontare alcune novità di grande impatto per l’epoca in oggetto, tra cui l’abbattimento del confine tra le diverse arti e la centralità della scenografia innalzata al ruolo di elemento attivo nello spazio.
Al fine di inquadrare correttamente il contesto entro cui tali innovazioni hanno preso forma, le tesi ripercorre alcuni dei momenti salienti della vita dell’autore, con particolare riferimento ai periodi di contatto con l’avanguardia futurista.
Da ultimo si è ritenuto fondamentale presentare quelle che furono due importanti collaborazioni di Marchi: la prima con Anton Giulio Bragaglia e il Teatro degli Indipendenti e la seconda con Luigi Pirandello e il suo Teatro dell’Arte di Roma. In queste due esperienze Marchi dimostra di saper adattare le sue idee al contesto sperimentale ed artistico di Bragaglia, così come all’ambito della drammaturgia pirandelliana, riuscendo a produrre, in entrambi i casi, soluzioni personali e profondamente innovatrici.