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La tesi di dottorato che qui si propone consiste nell'edizione critica e commentata delle lettere di
Melchiorre Cesarotti (Padova 1730-1808) e dei suoi corrispondenti conservate nei fondi bibliotecari
del Veneto. Si tratta di 441 missive (422 autografi) di cui solo 35 già edite, ma con vistose lacune,
nell'Epistolario a stampa che l'allievo bassanese Giuseppe Barbieri allestì tra il 1811 e il 1813
(vol. XXXV-XL delle Opere cesarottiane) attingendo principalmente alle carte del maestro
conservate in area veneta: da qui pertanto siamo partiti per ripercorrere il barbieriano lavoro di
ricerca mirato, in questo caso, a recuperare quegli autografi dei quali egli scelse, arbitrariamente, di
non servirsi. Si è dunque inteso dare a tale limitazione di campo le fattezze di un'integrazione,
consapevolmente parziale, della silloge a stampa, dando vita ad un parallelo epistolario che solo per
comodità abbiamo chiamato 'veneto'. Le missive rinvenute (comprese quelle dei destinatali,
sebbene raramente si tratti di responsive) coprono, nel loro complesso, un periodo che va all'incirca
dal 1751 al 1808 (numerose sono tuttavia le lettere non datate), con una concentrazione piuttosto
significativa nell'ultimo decennio del Settecento e nei primi otto anni dell'Ottocento. Nel
trascriverle sono stati adottati criteri volutamente conservativi (documentati nella Nota al testo) ai
fine di mantenere una veste grafica e linguistica il più possibile vicina agli originali. In tal modo le
peculiarità della scrittura epistolare sono state preservate da qualsiasi surrettizia modernizzazione
mantenendo intatto il loro valore di testimonianza storico-linguistica.
L'edizione critica è accompagnata da un commento, ovvero da un apparato di note che si
prefigge un duplice scopo, rendere conto della situazione manoscritta delle singole lettere, della loro
eventuale situazione editoriale (segnalando, qualora vi fossero, gli interventi censori subiti e i criteri
che li hanno presieduti), dell'identità dei destinatari o dei mittenti. E, nel contempo, mettere in
grado di cogliere il fitto reticolo di riferimenti storico-culturali che esse accolgono, il loro frequente
configurarsi come terreno di discussione critico-letteraria, come ragguaglio del fare poetico e
traduttorio dell'autore.
L'inaspettata ricchezza dell'epistolario 'veneto' ci ha inoltre spinto ad affidare al liminare saggio
introduttivo una breve disamina delle lettere cesarottiane che, dando per scontato l'uso sinora fatto
della raccolta ottocentesca, ha privilegiato gli oltre quattrocento pezzi autografi rinvenuti nelle
biblioteche venete: in parte per arricchire di nuove sfumature l'immagine talvolta monocromatica
del letterato e traduttore trasmessaci dalle sue opere; in parte per aggiungere nuovi tasselli alla
biografia cesarottiana la quale, proposta da quasi due secoli senza grandi variazioni, nella
corrispondenza, e in particolare nella corrispondenza inedita (o affidata alla limitata, occasionale
diffusione in ottocenteschi nuptialia), offre ancora elementi di novità, oltre ad un certo margine di
ricerca biografico-culturale.
Pur partecipando dell'eterogeneità stilistico-contenutistica che contraddistingue per sua natura
ogni corrispondenza, le lettere cesarottiane seguono un loro, interno e discontinuo, ritmo: quello
dell'epistolario 'veneto' è scandito dai fatti e dalle opinioni registrati con maggior calore, dagli
avvenimenti professionali e personali più significativi, dai particolari inaspettatamente illuminanti
nascosti nelle pieghe della conversazione, dai destinatari più presenti, dalle informazioni più spesso
fornite (o ricercate). Nell'Introduzione ne abbiamo seguiti alcuni, degli uni e delle altre, lungo il
medesimo percorso cronologico secondo il quale si è scelto di ordinare le lettere.
Complementare a tale sondaggio tematico è la descrizione dettagliata dei criteri di censura
utilizzati da Barbieri nell'Epistolario. La sezione conclusiva della Nota al testo accoglie pertanto i
risultati del confronto testuale operato tra la versione manoscritta e la versione a stampa di 25 lettere
indirizzate al conte veneziano Francesco Rizzo Patarol, le uniche missive presenti nella silloge
ottocentesca di cui siano rimasti gli autografi.
L'edizione si chiude con tre indici (cronologico delle lettere, dei corrispondenti, dei nomi) e una
bibliografia completa delle opere di Cesarotti e degli studi critici usciti dalla metà del Settecento ad
oggi.
The present doctorate thesis consists in the critical and commented edition of the correspondence
of Melchiorre Cesarotti (Padua 1730-1808) kept in Veneto libraries. Draft of 441 missive (422
autograph ones) of which only 35 already published ones, but with showy gaps, in the printed
publication of Epistolario that the disciple from Bassano Giuseppe Barbieri prepared between 1811
and the 1813 (voll. XXXV-XL of the Cesarotti's Opere) reaching mainly to the papers of the master
conserved in the Veneto Region: from here therefore we started in order to travel over again the
research work of Barbieri aimed, in this case, to recover that autographs of which he chose,
arbitrarily, not to use. Therefore one has agreed to give to such limitation of research the aspect of
an integration, aware partial, of the printed compilation, giving life to a parallel letters collection
that for comfort we have only called 'veneto'. The recovered letters (comprised those of the
addressees, although very rarely answer letter features) cover, in their complex, a period that goes
approximately from 1751 to 1808 (although the undated letters are numerous), with one rather
meaningful concentration in the last decade of the 1700's and in the first eight years of the 1800's. In
transcribing the letters have been intentionally adopt conservative criteria (documented in the Nota
al testo) to the aim to maintain a garment graphical and linguistical the most possible close to
originates them. In such a way the peculiarities of the epistolary writing have been preserved from
whichever surreptitious modernisation maintaining intact their value of historical and linguistical
testimony.
The critical edition is accompanied from a comment, that is a note apparatus that resolves to do a
twofold scope: to render account of the manuscript situation of single letters, their eventual
publishing situation (signaling, in case there were, the actions of censorship endured and the criteria
that have presided them), of the identity of the addressees or the senders. And, at the same time, to
put in a position to picking the driven in reticulum of historical and cultural references that they
receive, their frequent one to shape itself like land of critical and literary argument, like comparison
of the job carried out by the author on the poetry and the translation.
The unexpected wealth of the Veneto correspondence it has moreover pushed us to entrust to the
introductory test a short examination of Cesarotti's letters that, giving for discounted the up to now
made use of the nineteenth-century collection, has privileged beyond four hundred recovered
autograph pieces in the Veneto libraries: in part in order to enrich of new shadings the sometimes
monochromatic image of the writer and translator transmitted to us from his works; in part in order
to add new dowels to the biography of Cesarotti which, proposed part from nearly two centuries
without great variations, in the correspondence, and in particular in the correspondence unknown
(or entrusted to the limited, occasional spread in wedding pamphlets) still offers innovation
elements, beyond to a sure margin of biographical and cultural search. Also participating of the
stylistic and content heterogeneity that marks for its nature every correspondence, the Cesarotti's
follow they, inner and discontinuous, rhythm: that Veneto one is scanned from the facts and from
the opinions it records with greater heat, from the professional and personal events more meant,
from the particular unexpectedly illuminant hidden in the folds of the conversation, from the more
present addressees, the information more often supplied (or searched). In the Introduzione we
followed some, of the ones and of the others, along the same chronological course according to
which it is chosen to order letters.
Complementary to such thematic survey it is the detailed description of the censorship criteria
uses from Barbers in the Epistolario. The conclusive section of the Nota al testo receives therefore
turns out of the operated comparison between the manuscript version and the printed version of 25
letters addressed to Francesco Rizzo Patarol, the only present letters in the nineteenth-century
compilation of which they are remained the autograph ones.
The edition is closed with three indices (chronological of letters, the correspondents, the names)
and one complete bibliography of the works of Cesarotti and the critical studies publishes from the
half of the 1700's. |
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