Abstract:
La presenza di edifici e strutture la cui funzione originaria è obsoleta, o delocalizzata rispetto al centro storico cittadino, è al giorno d'oggi una realtà diffusa a livello nazionale ed internazionale.
In questa tesi tale situazione viene affrontata analizzando la convincente risposta al problema data dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nei confronti dell'Ex Ospedale Sant'Agostino: futuro Polo Culturale modenese ricavato all'interno dell'Ospedale settecentesco. Partendo da un preambolo teorico in cui si analizzano le motivazioni e il giusto approccio con cui affrontare una riqualificazione architettonica, si sottolinea l'importanza che essa avrà a livello di rigenerazione urbana. Analizzando la Carta Europea del Restauro di Amsterdam (1975) e soffermandosi sull’importante concetto ivi introdotto di conservazione integrata, si descrive nello specifico come le azioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena siano in linea con tali principi, fino ad arrivare ad un'analisi dell'ambiente circostante. Come la città ha accolto il progetto, perché la sua collaborazione è strettamente necessaria affinché un'iniziativa come quella del Polo Culturale Sant'Agostino sia efficiente e strategicamente rilevante per la città, intesa come organismo pulsante nella vita culturale e sociale dei cittadini.
Il caso studio preso in esame è tutt’ora in fase di sviluppo, ma i contenuti sviluppati e le azioni intraprese ad oggi dimostrano ampiamente come esso possa essere preso ad esempio a livello nazionale, sia dal punto di vista della vista della valorizzazione del patrimonio architettonico e del territorio, sia dal punto di vista gestionale; l’adeguamento architettonico della struttura infatti non sarebbe sufficiente a garantirne il successo, se non fosse per una nuova funzionalità data all’edificio grazie all’accorpamento di differenti strutture: universitarie, commerciali, museali, e non solo.