Abstract:
Il presente lavoro propone una lettura alternativa della vicenda musicale di Luigi Nono, partendo dalla vexata quaestio del suo impegno politico, che per lungo tempo lo ha ancorato a interpretazioni tendenziose e assolutamente riduttive della complessità della sua opera e figura d’intellettuale del Secondo Novecento.
L’analisi, in seguito a una sommaria introduzione alla biografia artistica del compositore, passa a delineare l'orizzonte filosofico, ideologico e politico del compositore engagé, per poi focalizzarsi su tematiche evocate dalla rivista “Laboratorio Musica”, diretta dal compositore alle soglie degli anni Ottanta. Si tratta di una fonte almeno parzialmente inedita, di cui è stato condotto per la prima volta uno spoglio integrale, reso consultabile in appendice alla tesi.
La collaborazione di Luigi Nono all’esperienza editoriale, programmaticamente aperta al superamento delle schematizzazioni accademiche di genere, è esaminata alla luce della curiosità onnivora manifestata dal compositore verso realtà musicali estranee - se non lontanissime - rispetto all'avanguardia colta, dal pop al folklore.
La trattazione si spinge a sondare i confini labili tra i generi musicali codificati e i modi di fruizione e ricezione della musica, fino all’epoca attuale, suggerendo una via critica e consapevole per chi opera nel mondo dell’arte, in un convergere di atteggiamenti “attivi” da parte sia del creatore che del suo pubblico.
Nelle conclusioni, si discute la possibilità di considerare quella noniana come un’estetica inclusiva, piuttosto che confinata nell’elitarismo tipico dell’avanguardia postweberniana.