Abstract:
Questo elaborato si focalizza sulla traduzione e relativa analisi di due articoli che trattano la spinosa questione dei contadini espropriati in Cina.
L' urbanizzazione cinese ha avuto inizio dopo la Rivoluzione culturale. A partire dagli anni novanta, questo processo ha subito una forte accelerazione e oltre 100 milioni di mu di terreno coltivato nelle aree suburbane sono stati acquisiti dal governo per costruire nuovi quartieri urbani. Ad oggi si contano all'incirca 70 milioni di lavoratori rurali espropriati, i quali, sono costretti ad abbandonare le loro terre, in cambio di un risarcimento esiguo da parte dello stato. Questo processo di esproprio forzato ha portato alla proliferazione di violenti conflitti rurali che stanno destando la preoccupazione del governo. Questi contadini, privi di qualsiasi formazione professionale in grado di renderli idonei alle occupazioni urbane e senza una forte rete di sicurezza sociale, affrontano, ovviamente, grossi problemi di integrazione.
Il primo capitolo della tesi fa chiarezza sulla situazione dei contadini espropriati, a cui è inevitabilmente legata la questione del diritto di proprietà della terra in Cina. Viene, perciò, delineato un breve excursus sul sistema di amministrazione della terra in Cina e viene presa in considerazione la risposta dei contadini all'esproprio e il problema del risarcimento.
Il secondo capitolo comprende le traduzioni dei due articoli che trattano del disagio psicologico che affrontano i contadini espropriati una volta arrivati nelle città e i relativi problemi di inserimento sociale.
Nel terzo ed ultimo capitolo è organizzato il commento traduttologico, nel quale viene analizzato il prototesto e vengono messi in luce la macrostrategia traduttiva adottata e i vari problemi traduttivi affrontati.