Abstract:
Scrittura in continua oscillazione tra codice soggettivo e oggettivo, le note di viaggio
sembrano configurarsi per natura come un 'apografo' dell'esperienza. Se, poi, il loro autore si
avvicina ad esse in veste di inviato speciale, sempre in parten2a su richiesta del lettore o
dell'editore, il loro rapporto con il vissuto del viaggio è destinato ad assumere caratteri ancor più complessi e stratificati.
Da questo punto di vista, la ricerca che abbiamo condotto su alcuni dei quaderni di appunti
di Edmondo De Amicis viaggiatore e reporter sembrano fornire significative chiavi di lettura per
comprendere procedimenti e motivazioni di questo genere di testi.
Le nostre indagini si sono svolte principalmente nelle Biblioteche Civiche e Nazionali di
Venezia, Torino e Firenze dove si sono rinvenuti oltre ai riferimenti teorici, metodologici e
archivistici della tesi, numerosi autografi, prime edizioni di opere e diversi carteggi. Le visite più assidue, però, sono state compiute presso la Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia che, conservando un Fondo interamente dedicato allo scrittore, si è confermato il luogo più adatto per una ricerca che mirasse ad esplorare i vari livelli di scrittura con cui l'autore ha dovuto
confrontarsi nell'elaborazione dei suoi reportages.
Dei quaderni qui selezionati per l'analisi abbiamo descritto e trascritto parzialmente Ms.
E.D.A. 18 e 20, dedicati al viaggio in Marocco (1875), Ms. E.D.A. 19 e 21 utili ad una
ricostruzione del soggiorno argentino del 1884; ad essi appare cronologicamente e strutturalmente
legato Ms. E.D.A. 26, contenente note stilate durante il viaggio in piroscafo verso il Sud
America, da cui poi De Amicis trasse le pagine de Sull'Oceano (Milano, Treves, 1889). Distinto da
essi per finalità e scrittura appare Ms. E.D.A. 3 (Note per La Carrozza di tutti), fascicolo di appunti rappresentanti una fase già successiva della scrittura di "diario", utilizzati per il romanzo-reportage La carrozza di tutti (Milano, Treves, 1899).
Tali autografi sono stati scelti tra gli altri come i più rappresentativi dei processi di
creazione e di evoluzione della scrittura di viaggio deamicisiana, letta come cartina di tornasole di alcune delle principali modalità di realizzazione del genere del reportage in un periodo, quale
l'ultimo trentennio del secolo XIX, in cui esso realizzò un rilevante sviluppo storico e letterario.
A sottolineare tale prospettiva abbiamo ritenuto opportuno allegare io appendice un catalogo dei libri di viaggio letti da De Amicis, attualmente conservati presso lo Studio De Amicis ad Imperia-Porto Maurizio, con una breve premessa sul rapporto dell'autore con le fonti.
L'esperienza si è rivelata un interessante itinerario attraverso le letture dello scrittore ligure,
nell'esplorazione delle chiose che egli usava apporre a margine, oltre che nella produzione del
genere tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.
La descrizione, la datazione e la trascrizione delle carte selezionate si accompagnano nella
tesi ad un esame della genesi delle scelte stilistiche nel confronto delle note autografe con l'opera a stampa, di cui vengono riportati a pié di pagina campioni significativi e ricorrenti quando funzionali all'indagine sul testo. Tale corpo analitico è stato inserito tra una presentazione di carattere teorico-descrittivo dei quaderni di viaggio valutati nel contesto della situazione complessiva del Fondo «De Amicis» e un capitolo conclusivo di osservazioni sulla scrittura di viaggio dell'autore con riferimento al processo compositivo della sua opera narrativa e saggistica.
La lettura delle note ha consentito di evidenziare differenze e somiglianze strutturali dei
quaderni e delle opere e, insieme, di misurare un progressivo spostamento ideologico e narratologico
spesso corrispondente, se non talvolta coincidente, a quello rilevabile nella lettura dei testi a stampa.
Nella totalità dei casi analizzati, l'autore procede ad un'annotazione aneddotica degli eventi,
raccoglie in forma diretta exempla di conversazione ai quali appone varianti e correzioni, seleziona
accuratamente gli argomenti, il loro ordine e la loro frequenza: tale forma, che egli restituisce
nell'opera compiuta, rivela un'inclinazione crescente a preordinare il modello dell'esperienza e la
preoccupazione costante di mantenere alta l'attenzione del pubblico ricorrendo a toni conversevoli
anche alle pagine più didattico-divulgative.
Evidenziare il processo di costruzione del testo e di emissione del messaggio all'interno del
laboratorio dello scrittore, nella continua oscillazione tra scrittura intima e scrittura pubblica
imposta dalla natura stessa delle note, ci è sembrata una strada opportuna a chiarire i nodi della
ricezione dell'opera deamicisiana, a scoprire le dimensioni dell'intenzionalità ed una più nitida
considerazione del suo esito letterario anche in rapporto al pubblico dei lettori.
Si è potuto, infine, per questa via accertare come la scrittura di De Amicis risulti collocarsi
all'incrocio tra un nuovo interesse per soggetti di carattere sociale ed una nuova attenzione
stilistica e costruttiva del testo che condurrà in ambito italiano ad un rinnovamento del genere del
reportage destinato a vedere un ricco stuolo di seguaci divisi tra una scrittura sempre più incline
all'aneddoto e al frammento lirico, definita di sapore "pre-rondista", da un lato, ed una più incline al sociale, promossa dal reportage d'inchiesta, dall'altro, secondo modalità che si riveleranno fertili sin dentro e oltre il secolo XX.
L'indagine che abbiamo svolto si colloca tra filologia e analisi del testo, nell'idea che
attingere dall'unione di queste discipline possa rivelarsi criticamente proficuo nello studio di testi come quelli rappresentati dai quaderni deamicisiani. Raccolte di note e appunti preliminari,
anteriori all'esistenza dell'opera letteraria compiuta si possono, a nostro avviso, rivelare utili sia ad una lettura diacronica, nel rapporto con il testo definitivo destinato alla pubblicazione, sia ad una lettura sincronica nella considerazione autonoma della loro composizione. A tali scopi i quaderni esaminati si prestano efficacemente, anche per la natura delle opere che ne derivano, di cui tali autografi rappresentano una sorta di officina, a volte fumosa e rumorosa, nella quale, osservando strumenti e processi in atto, diventa possibile seguire la costruzione in fieri del testo.
Travel notes are a way of writing that always alternates between a subjective and an
objective code and is by nature 'apograph' of the experience. If their writer approaches them as a
reporter whose travel begins for the reader's or the editor's request then the borders of this
sort of writing show more complex characteristics.
From this point of view Edmondo De Amicis' experience as a traveller and reporter seems to offer some interesting clues for this genre.
The research about some notebooks written by De Amicis has been carried on at Florence, Turin and Venice Civic and National Libraries but mainly at the Civic Library of Imperia called «Leonardo Lagorio», where an archive entirely dedicated to the Italian writer is preserved. The Archive has been the most suitable place to inquire the different levels of writing which De Amicis had to explore creating his travel reportages.
After an exam of the history and of the validity of the autographs, we have proceeded to the analysis of some selected manuscripts of the Archive. Among the notebooks conserved at Imperia we have studied and partially transcribed Ms. E.D.A 18 and 20 dedicated to the travel to Morocco (1875) and Ms. E.D.A. 19 and 21, that deal with the travel to Argentina (1884); linked with them, another notebook, Ms. E.D.A. 26, which contains notes about the journey in a steamboat toward South America, which inspired the pages of his On the Ocean (Milan, Treves, 1889). Different for finalities and kind of writing is Ms. E.D.A. 3 (Note per La Carrozza di tutti), a series of notes representing a phase of writing that follows the 'diary book'.
These autographs have been chosen because they better represent how De Amicis created and developed his travel reportages, and are a significant example of reportage techniques, a genre that reached an important literary and historical development in the last thirty years of 19th century.
It has also been useful, to stress this perspective, to enclose in the Appendix a catalogue of
travel books kept in the personal library of the author, today at Centro Polivalente at Porto
Maurizio-Imperia, with a short introduction about the relationship between the Italian writer and
his sources. The experience has been an useful journey through the writer's readings, through the
notes he used to write on their margins and through the production of travel books between the
end of 19th century and the 20th century.
The description and the dates of the hand-written and printed works and the transcription of the selected papers go together with an analysis of the stylistic and linguistic choices and their evolution, through a comparison of the notes with the printed work. At the bottom of the page are registered some significant and recurring examples from the volume. This analytical part has been inserted between a theoretical and descriptive part about the notebooks of the archive and a conclusive chapter about the author's travel writing techniques in the context of his entire literary production.
The reading of the notes has shown structure differences and similarities with the printed works and how their stylistic and ideological evolution often corresponds and sometimes coincides.
In the examples registered, the author usually retells the events in an anecdotal way he rarely prefers to describe them ; he reports in the direct form some conversations, that he often corrects on the pages of the manuscripts; he carefully selects the subjects, their order and frequency, revealing an inclination to prearranged patterns of experience. The anecdotes and the reporting of direct speeches allow him to avoid the tendency to write an 'essay', and to maintain high the reader's attention, keeping talkative tones also in didactic pages.
The analysis of text structuring and of emission of the message in the writer's workshop, that alternates between intimate and public writing imposed by the nature of the notes, helped to enlighten the keys of the reception of De Amicis' production, to discover its intentions, and to
consider the literary results also referring to the editorial market and the readers.
De Amicis's writing lies between a new interest in social subjects and a new stylistic and structural attention to the text which will have some important consequences in renovating the
reportage technique in the Italian literature. In the 20th century the genre will develop on one side to the anecdote and the lyrical fragment and on the other to the social enquiry.
The research shifts between philology and text analysis, with the persuasion that an interdisciplinary study could be efficacious for this kind of texts. Notes and journals that precede
the printed work appear a diachronically and synchronically productive reading, establishing a
relationship between notes and the accomplished text on one side and an autonomous reading of
the handwriting on the other. For this aim the selected texts reveal proceedings, instruments and
the birth of the work.