Abstract:
Il pittore coneglianese Francesco Beccaruzzi (1492 – 1563) ha subito per un lungo periodo l’oblio da parte degli storici e critici dell’arte. Bernard Berenson, il primo a riscoprirlo, si è trovato davanti a un pittore sconosciuto, del quale poco si sapeva circa la vita e le opere, con la conseguenza che gli attribuì opere dagli stili più diversi, usando come alibi le ipotizzate capacità di ottimo copiatore. Successivamente, Vincenzo Botteon, parroco e storico di Conegliano, pubblica, nel 1913, il primo studio su Beccaruzzi. Di recente, negli anni Ottanta, il pittore ha riscosso un nuovo e inaspettato successo tra gli storici locali, in particolare in Giorgio Fossaluzza.
Il lavoro qui presentato vuole quindi riesaminare, partendo dagli Elenchi di Berenson e dal catalogo di Botteon, le opere che nel tempo furono attribuite al pittore. Lavoro che non si è dimostrato del tutto semplice perché poche, solamente due, sono le opere documentate ed ancora esistenti, per di più tra loro contemporanee e appartenenti alla stessa tipologia figurativa.