Abstract:
Slow Food è un'associazione internazionale senza scopo di lucro nata nel 1986. Conta ad oggi 100.000 soci in tutto il mondo, di cui 40.000 solo in Italia. Nata come semplice associazione tra amici per la tutela del piacere e del gusto, è diventata in poco tempo riferimento di milioni di agricoltori, produttori e consumatori in tutto il mondo.
Nel 2011, la Commissione Europea riconosce a Slow Food il carattere di organizzazione ambientale sancendo ufficialmente il passaggio da associazione gastronomica ad eco-gastronomica. Il riconoscimento è giustificato dall'impegno nella salvaguardia della biodiversità e dalla proposta di un modello di produzione, trasformazione e consumo alimentare sostenibile.
Slow Food è dunque un'organizzazione complessa che opera a cavallo tra diritto al piacere e alla bellezza, diritto alla sovranità alimentare, impegno politico ed ecologico: una buona sintesi di etica, estetica, politica.
Mentre la mission del'associazione è andata, negli anni, ridefinendosi e legandosi sempre più alla tutela dell'ambiente, la struttura ha subito un più lento processo di maturazione. Il modello italiano e Petrini-centrico sta lasciando spazio ad una governance reale ed internazionale. Proprio in questo momento l'associazione si trova davanti ad un passaggio epocale verso una maggiore istituzionalizzazione accompagnato da una messa in discussione della struttura organizzativa territoriale e centrale. Come saprà modellarsi l'associazione per rispondere al meglio alle nuove sfide che l'aspettano?