Abstract:
L'episcopato del vescovo Pietro Giacomo Nonis ha inciso notevolmente sulla vita della Diocesi di Vicenza, anche dal punto di vista culturale. Significativa, all’interno di una politica di conservazione e valorizzazione dei beni storico - artistici ecclesiastici, è stata la scelta di mons. Nonis di dar vita al Museo Diocesano di Vicenza. La storia di questa istituzione è doppiamente legata a quella del suo fondatore, dal momento che costui ha deciso di lasciarvi in deposito, tramite la “Fondazione Culturale Etnografica Nonis”, anche parte della sua collezione privata.
Oggetto della mia tesi sarà ricostruire, dal punto di vista quantitativo e tipologico, la collezione Nonis tramite gli oggetti donati o in deposito presso diverse istituzioni vicentine, non solo nel Museo Diocesano, al fine di delineare la figura del collezionista e capire la portata a livello pubblico e culturale di una raccolta che nasce come privata.
La ricostruzione della collezione Nonis, dal carattere eterogeneo e con una predilezione per l’arte africana, andrà considerata all’interno di un tipo di collezionismo che, dalle Wunderkammer alle esposizioni universali dell’Ottocento e al riaccendersi dell’interesse per le Arts Nègres d’inizio Novecento, privilegia oggetti, artigianali, artistici e naturali, meravigliosi e curiosi provenienti da terre lontane.
Le proposte per la valorizzazione della raccolta Nonis attualmente in deposito presso il Museo Diocesano di Vicenza, ossia la parte più significativa della collezione per tipologia di oggetti e fruibilità, prenderanno spunto da un confronto con realtà museali simili, come il Museo Africano di Verona, tenendo presente le peculiarità di questa raccolta e le lezioni più interessanti dei grandi musei, come il Musée du quai Branly.