Il presente lavoro affronta il tema del diritto nel suo rapporto tra la tradizione classica e quella moderna. Riteniamo che la tradizione classica ci proponga una concezione del diritto intesa come “concreto ordinamento”. Facciamo appello ai testi di Aristotele e, soprattutto, di Tommaso d'Aquino per mettere in luce come la modernità abbia perduto tale orientamento approdando ad una concezione sostanzialmente dualistica del diritto, secondo la quale quest'ultimo è definito talora nei termini di “legge”, talaltra nei termini di “diritto soggettivo”. Tentiamo di ricondurre questi due ambiti nel seno della concezione unitaria del diritto ereditata dalla tradizione classica. Infine, prendiamo in esame il pensiero di Luigi Taparelli d'Azeglio: in tale Autore, che pure si ispira alla tradizione scolastica, sono presenti elementi che conducono verso una concezione moderna del diritto, in particolare sui temi del diritto soggettivo, della proprietà e dell'autorità.
This work is concerned with the concept of “right” considered in its relationship between the classic and the modern tradition. We think that the classic tradition supports a conception of right as a “concrete institutional order”. We refer to Aristotle and particularly to Saint Thomas Aquinas in order to put into the light that the modern thought rejected this unitary conception of right for a dualistic one, according to which “right” means sometimes “law”, sometimes “subjective right”. We examine the thought of Luigi Taparelli d'Azeglio (1793-1862) to show that, even in an Author that explicitly refers to the Scholastic tradition, there are many aspects that lead us to modern juridical and political thinking, in particular as we come to consider his theory of subjective rights, property and authority.