Abstract:
Nella poesia italiana contemporanea si possono rintracciare diverse linee di tendenza. Per quanto riguarda la veste metrica, ad esempio, spicca, da un lato, l’inclinazione al recupero di forme chiuse tradizionali, ossia il neometricismo, cui si contrappone, dall’altro, l’apertura alla discorsività rappresentata dalla poesia in prosa. Entrambi gli indirizzi sono stati recepiti come una risposta ad una crisi poetica (già da Contini e Mengaldo), mentre la loro interpretazione come possibili manifestazioni letterarie del postmoderno appare piuttosto controversa. Per ciascuno dei due orientamenti formali si è proposta l’analisi di parte della produzione di un autore solitamente ritenuto rappresentativo della corrente entro cui è inserito: Patrizia Valduga per il neometricismo, Stefano Dal Bianco per la poesia in prosa. Lo studio delle rispettive opere è incentrato in particolare sulla metrica, il cui diverso trattamento oppone i due scrittori, e sulla sintassi, in quanto sistemi differenti di organizzazione del discorso. L’approfondimento della poesia di Valduga e Dal Bianco ha evidenziato, oltre alla prevedibile antitesi per ciò che concerne soprattutto il versante formale (ad esempio, il recupero o il rifiuto della metrica, uno stile sofisticato o, per converso, privo di escursioni significative), e ad alcune analogie puntuali, due rimarchevoli elementi di affinità. Ambedue i poeti, innanzitutto, dimostrano sì di appartenere alla tendenza di cui sono esponenti, ma non vi aderiscono pedissequamente, ciascuno rendendo la propria traiettoria poetica originale, interessante perché frutto di una consapevolezza maggiore della problematicità del dato formale. Valduga e Dal Bianco, infine, pur partendo da presupposti distanti ed elaborando produzioni molto differenti, paiono approdare entrambi ad una riabilitazione del concetto di classicismo, benché questo venga naturalmente declinato in modi diversi, secondo le rispettive esperienze poetiche.