Abstract:
Il seguente elaborato si focalizzerà sull'analisi delle risposte emotive e pragmatiche attuate dalla comunità birmana di Phuket Town (Thailandia) e dalle ONG locali, in un contesto urbano caratterizzato da una dimensione di conflitto, causata dall'esperienza migratoria e dal colpo di stato avvenuto in Myanmar nel 2021. Fonderò la mia analisi sul mio lavoro di ricerca, condotto presso l'associazione "The Good Shepherd", la quale, anche grazie ad un approccio assimilabile a quello della pedagogia interculturale, fornisce un'istruzione di qualità ai minori birmani residenti nella zona e assistenza sanitaria e legale alle loro famiglie. Mi concentrerò sui temi dell'antropologia dell'educazione e dell'antropologia dell'abitare, mettendo in luce come la realtà da me analizzata, non solo risponda alle esigenze concrete della popolazione a cui si rivolge, ma svolga anche un ruolo fondamentale nel fornire ai propri alunni gli strumenti necessari per affrontare la crisi del cosiddetto "cuore diviso a metà", permettendo loro di navigare in un "duplice" futuro, caratterizzato dall'incertezza e di superare la rigidità, talvolta dicotomica, del concetto di identità. La sensazione di possedere una vita caratterizzata da una doppia prospettiva: quella presente, in Thailandia, e quella futura, in Myanmar, è infatti comune a molti migranti birmani, ma essa sembra essersi amplificata in seguito al golpe del 2021, il quale ha costretto numerose famiglie a dover modificare i propri progetti di ritorno in patria, portando ad un cambiamento nella loro idea di "casa" e nel loro senso di appartenenza, sia verso il luogo di arrivo che nei confronti di quello di partenza.