Abstract:
Nell’ultimo decennio il tema della sustainability è divenuto centrale nella ricerca accademica e nelle scelte decisionali delle aziende. Per molto tempo si è parlato di sostenibilità facendo riferimento alle attività volte a salvaguardare o minimizzare gli impatti sull’ambiente, ma non si è dato il giusto spazio a tutto ciò che riguarda gli aspetti sociali. In seguito a una serie di eventi shock che hanno minato la stabilità mondiale e accentuato le differenze tra classi sociali è fondamentale ripensare l’attuale sistema e la gerarchia di priorità. Secondo i due economisti Michael Jacobs e Mariana Mazzucato, l’attuale modello ha generato crisi finanziarie, un incremento delle disuguaglianze sociali e significativi danni all’ambiente. È fondamentale quindi applicare il concetto di Creating Shared Value (espresso Michael Porter e Mark Kramer) per dare inizio a una nuova forma di capitalismo che risolva il conflitto esistente tra massimizzazione del profitto e miglioramento del benessere sociale.
Nel marzo 2020 il mondo è stato travolto dalla pandemia da Covid-19 che, oltre ad aver causato una profonda crisi sul piano economico, ha generato una serie di effetti negativi sulla salute psico-fisica delle persone. Si può affermare pertanto che la pandemia ha avuto gravi ripercussioni sul piano sociale aumentando ulteriormente le disuguaglianze e le problematiche di natura psicologica come l’incremento dello stato d’ansia, l’incertezza sul futuro, l’incremento della depressione e stress e crescita del rischio di suicidio. Problematiche che non hanno avuto manifestazione solo sugli adolescenti, ma su tutte le età.
Le persone hanno iniziato a cambiare le proprie priorità mettendo al primo posto il benessere psico-fisico. Il mondo del lavoro ha subito cambiamenti repentini, sia nel superare il periodo pandemico sia perché le persone, dopo il Covid, hanno chiesto nuove modalità di lavoro, maggiore flessibilità organizzativa, miglior work-life balance e maggiore attenzione al welfare.
Le aziende per rimanere attrattive devono quindi investire principalmente su 3 pillars: le politiche di welfare (es. buoni spesa, buoni benzina, buoni psicologo), la flessibilità lavorativa (es. remote working, orario di lavoro flessibile) e la promozione della cultura (es. eventi culturali e attività di team building).
È importante gestire questi aspetti in modo strategico cercando di trovare un punto d’incontro tra le necessità dei lavoratori (remote working, flessibilità) e le necessità delle imprese (che devono mantenere o migliorare la produttività per essere competitive).
Questo lavoro di tesi vuole analizzare, attraverso una ricerca empirica, la correlazione esistente tra performance finanziarie e di mercato delle aziende e gli investimenti in ESG evidenziando uno shift d’attenzione in favore della S in seguito alla pandemia da Covid-19.
In particolare, si è studiato che rispetto al pre-covid in cui il focus veniva posto principalmente sull’Environment, ora la dimensione Social ha assunto una rilevanza più significativa rispetto alle altre dimensioni.
Lo studio vuole evidenziare, in modo quantitativo, che il conflitto tra massimizzazione delle performance economico-finanziarie e benessere sociale può essere superato poiché, soprattutto in seguito alla pandemia, gli investimenti in Social Sustainability hanno impatti più significativi su determinate variabili di performance (come, per esempio, l’EBITDA) rispetto alle variabili di Environmental e Governance.
La volontà di contribuire alla ricerca sulle tematiche di sostenibilità nel panorama europeo ha fatto si che lo studio fosse condotto prendendo come dataset l’indice di borsa STOXX 600 che rappresenta le seicento aziende a più alta capitalizzazione in Europa.