Abstract:
L'obiettivo di questa tesi e, prima di tutto, quello di analizzare la poesia
della memoria di Hardy, sia nelle sue piu celebri espressioni che nelle manifestazioni
piu sotterranee, allo scopo di metter in luce i meccanismi comuni che la rendono
un'area piu o meno omogenea. E inoltre necessario distinguere le diverse strategic
poetiche messe in atto per occasioni diverse, e la conseguente varieta di registri, toni ed
immagini. Infine, l'analisi di un numero significative) di poesie evidenzia la
concentrazione di insiemi di immagini riconducibili a specifici campi semantici, quali
| luce | ed | ombra |, | distacco | e | perdita |, | nostalgia | e | rimorso |.
La tesi e suddivisa in quattro ambiti principali, con un'ulteriore sezione
introduttiva. Dopo un breve cenno al percorso che Hardy compie da poeta celato sotto i
panni del romanziere a poeta ufficiale, e dopo un riepilogo sulla redazione delle otto
raccolte poetiche, l'analisi si concentra sul rapporto tra il poeta e la facolta memoriale. Il
Capitolo I analizza la precoce consapevolezza di Hardy dell'influenza del passato sul
presente, specialmente alla luce del suo ambiente familiare, del suo attaccamento alla
cultura arcaica del Dorset ed al suo approccio critico alla filosofia dell'epoca. L'accento
e posto sulla dimensione post-mortem, sulla possibilità di una permanenza
immaginativa o memoriale di cio che e morto nella percezione del vivente.
Il Capitolo II entra nel vivo della poesia della memoria, partendo da quei
testi che rappresentano pietre miliari della costruzione della poetica della memoria. In
questi luoghi poetici quest'ultima non e sempre una facolta positiva che funzione da
ponte verso il passato; al contrario, essa si rivela spesso un intruso nella coscienza
poetica, un ospite che diventa un ostaggio antagonista che porta all' 'io' poetico
dolorose epifanie di memoria. La domanda retorica 'dove eri tu' e sostituita dalla ben
piu drammatica 'dove ero io', ed il senso di colpa spesso soverchia la gioia di poter
ricordare.
Questo aspetto drammatico viene amplificato nel Capitolo III, dove
un'analisi delle poesie per Emma mette a nudo l'estrema poliedricita della poetica della
memoria. É in questa sezione che la memoria svela tutte le sue qualità contraddittorie;
ad esempio, quando il ricordo è suscitato da un forte sentimento personale, la facoltà
amplifica il suo potere di materializzare fantasinatici doppi dell'entità originaria, ma
amplifica anche la facoltà di questi doppi di influire sulla coscienza poetica. A questo
punto, la poetica della memoria si sviluppa da un'intrusione nel passato, fatta di
sporadici contatti con i suoi abitanti, fino ad attuare una relazione biunivoca tra locutore
e destinatario, una relazione che sembra quasi annichilire le barriere spazio-temporali.
L'ultimo capitolo restringe il campo ad un aspetto specifico della poetica
della memoria: la poesia elegiaca, suddivisa in elegie per i poeti, per gli amici e poesie
di guerra. Anche se lo schema elegiaco può essere ritrovato in tutti questi
componimenti, in realtà le elegie per i poeti appaiono molto più formali ed asettiche, sia
dal punto di vista formale che contenutistico. Le elegie dedicate agli amici, invece,
fanno uso delle convenzioni del genere per mettere in risalto la distanza tra il vivente ed
il defunto, oppure per rendere più vivido il ritratto dell'oggetto memoriale. Le poesie di
guerra rappresentano un momento celebrativo dove l'espressione intima del dolore
viene coperta dalla natura ufficiale dell'occasione poetica.
La poesia della memoria di Hardy si basa su uno scambio dialogico tra 1'
'io' poetico ed il destinatario memoriale, espresso dalla seconda o dalla terza persona.
L'uso marcato di pronomi diversi, di immagini sostitutive o metonimiche come
referenti per l'oggetto memoriale, causa una presenza ossessiva di una molteplicità di
personae nei testi e lungo le raccolte. Per mezzo di questa anàklisis retorica, il poeta
resta aggrappato al ricordo, allo scopo di mantenere un contatto illusorio con esso il più
a lungo possibile. Questo meccanismo di autodifesa dà vita ad una miriade di proiezioni
immaginative dell'oggetto memoriale, a forme in continua evoluzione ed ad una forte
dinamica intertestuale.
Tutte queste creature poetiche rappresentano prodotti diversi e persino
contraddittori della memoria, una prodigiosa facoltà generativa che ci ricorda quanto la
mente umana sia il primo fattore di tutto ciò che è nell'universo, sia in quello presente
che in quello a venire, e che, senza di essa, ogni entità finirebbe la sua esistenza nel
momento stesso del suo decesso.
The aim of this work is, first of all, to analyse Hardy's poetry of memory
both in its well-known overt expressions and in its more cryptic occurrences, in order to
foreground the common devices which render it a more or less homogenous area.
Moreover, it is necessary to distinguish the different poetic strategies adopted according
to the different occasions, and the ensuing multiplicity of tones, registers and imagery.
At last, a close analysis of a significant number of memorative poems can foreground
the concentration of some clusters of images related to specific semantic fields, such as
| light | and | darkness |, j detachment | and | loss |, | nostalgia | and | regret |.
The work is divided into fou. main sections, with an additional
introductory section. After a brief account of Hardy's complex route from a concealed
to an official status of poet, and on the chronology of the eight poetic collections, the
analysis concentrates on the relationship between the poet and the memorative faculty.
Chapter I considers Hardy's early acknowledgement of the silent influence of the past
on the present, especially in the light of his familiar background, his attachment to the
archaic culture of Dorset and his critical approach to the philosophy of the age. The
stress is laid on the aftermath of death, on the possibility of an imaginative or
memorative permanence of what is dead in the perceptions of the living.
Chapter II sets forth on the journey into the poetry of memory, with a
special concentration on those texts which reveal meaningful instances of the
construction of a poetics of memory. In these texts memory is not always a positive
faculty which works like a bridge onto the past; on the contrary, it is often an intruder
into the poetic conscience, a guest which becomes an agonistic host who forces the
poetic T into negative epiphanies of memory. The formulaic question 'where were
you' is substituted by the more dramatic 'where was F, and the feeling of blame often
exceeds the joy of remembering.
This negative aspect is carried further and amplified in chapter III, where
an analysis of the poems for Emma lays bare the extreme many-sidedness of the poetics
of memory. It is in this section that memory shows all its contradictory qualities; for
instance, when it is prompted by a deep personal feeling, the work of memory amplifies
its power to conjure ghostly wraiths of the primal object, but it also amplifies the
wraiths' own faculty to affect the poetic conscience. At this stage, the poetics of
memory evolves from an intrusion into the past with sporadic contacts with its
inhabitants to a biunique relationship between speaker and addressee, a relationship
which almost annihilates the chronotopic boundaries.
The last chapter narrows on one specific aspect of the poetics of
memory: elegiac poetry, which can be grouped into elegies for poets, elegies for
relatives and friends, and war poems. Even though the elegiac pattern can be identified
in all these poems, in fact the elegies for the poets appear much more formal and
detached, both from a semantic and a rhetoric point of view. The elegies for friends,
instead, make use of the conventions in order to represent the distance between the
living and the dead, or to make the portray of the memorative object more vivid. The
war poems represent a celebratory moment where the genuine expression of mourning
is covered by the official nature of the poetic occasion.
Hardy's poetry of memory is based on the interplay between the poetic
T and a memorative addressee, expressed either in the second or third person. The
marked use of different pronouns, metonymic and substitutive images as referents for
the memorative object produces the haunting presence of many personae in and
throughout the texts. By means of a rhetorical anàklisis, the poet clings to the object of
his mourning in order to retain an illusory contact with it as long as possible. This selfprotective
device gives rise to multiple imaginative projections of the mourned object,
to their developing shapes and their dynamics along the texts.
All these poetic creatures represent different and even contradictory
offsprings of memory, a prodigious generative faculty which reminds us that the human
mind is the primal creator of all that is in the universe, either in the present world or in
the one to be, and that, without it, everything would cease to exist in the very moment
of its demise.