Abstract:
Per riuscire a guardare fino in fondo la realtà, occorre liberarsi dagli schemi precostituiti della percezione e della tradizione, che impediscono la meraviglia di fronte all’apparire del mondo. Risulta necessario attuare una purificazione dello sguardo autentico, il quale si relaziona ad una coerenza armonica interna al soggetto: qui, la ricerca della leggerezza e della trasparenza ritorna ad essere uno dei tentativi dell’uomo di superare i limiti della propria condizione preconcettuale. A far la differenza è la nuova concezione della struttura dell’anima, intesa come interiorità oggettiva. Per Agostino l’uomo deve distogliersi dall’esperienza esteriore a favore di quella interiore, per far emergere una vera e propria cattedrale dell’io, intesa come alcunché di sacro. Una tale esperienza interna, può risultare analoga rispetto la vertigine che l’io prova di fronte al sublime: fare esperienza del sublime è fare esperienza dell’infinito trascendentale, in quanto entrambi non hanno immediatamente un volto. La corrente dell’espressionismo dà voce all’interiorità e ammette la necessità per l’uomo di entrare in relazione con le emozioni assolute, perdendo se stesso.
Agostino pensa all’interiorità come ciò che conduce a Dio; Barnett Newman parla dell’elevazione dell’opera d’arte a partire dall’interiorità: entrambi enfatizzano l’edificazione interiore, scoprendone la sacralità. Una tale ricerca estetica, diventa etica, in quanto emerge il tentativo di riconoscere il volto dell’interiorità.