Abstract:
L’elaborato si pone di individuare i siti artistici a Parma e provincia in cui compare, in modo più o meno esplicito, un riferimento all’astrologia, disciplina radicata nella cultura e nella società italiana fino al 1600.
Dopo una breve introduzione sulle origini dell’astrologia e lo zodiaco, il primo capitolo si dedicherà a un excursus storico in cui vengono individuati i cicli astrologici di maggiore importanza in Italia. Si intende dimostrare come questa pratica abbia radici molto profonde e come abbia sempre avuto legami con la società, ma influenzata e declinata in base al contesto culturale.
Per il periodo medievale si dimostreranno le motivazioni per cui compaiono iconologie pagane all’interno di siti religiosi, portando come esempio San Colombano a Bobbio (PC) e il Battistero di Parma (approfondito nel secondo capitolo).
Per quanto riguarda l’Umanesimo si spiegherà come la riscoperta di testi classici abbia portato le maggiori Signorie ad appassionarsi a questa disciplina: in molte corti italiane era presente un astrologo, fidato consigliere. Interessante anche sottolineare che al momento della fondazione dell’Università di Bologna fosse istituita una cattedra in astrologia. Seguiranno esempi di opere commissionate da i de’ Medici, gli Este e i Gonzaga.
Il Cinquecento è l’ultimo secolo fertile per l’iconografia di stampo astrologico: il Vaticano e Roma, grazie a Giulio II, si aprono a opere aventi per soggetto lo Zodiaco.
Con le scoperte scientifiche di Keplero e Galileo cambia radicalmente il paradigma e si ritrova lo Zodiaco principalmente in abitazioni private con motivo puramente decorativo.
Il secondo capitolo sarà incentrato su Parma, mostrando come in una singola provincia si possono ritrovare le mutazioni dell’uso dell’iconografia di stampo astrologico spiegato poc’anzi.
Per quanto concerne il periodo medievale si analizzerà il ciclo scultoreo dei Mesi di Benedetto Antelami, una delle opere più importanti e innovative del periodo romanico.
Come esempio per l’Umanesimo e le corti si parlerà del castello di Roccabianca, paese della bassa parmense, costruito per volere di Pier Maria Rossi. La Sala di Griselda presenta un ciclo di affreschi parietale della storia di Griselda, ultima novella del Decameron di Boccaccio e simbolo di devozione matrimoniale. Il soggetto della volta della stanza è invece di stampo astrologico. La particolarità iconografica consiste nell’essersi ispirati a fonti arabe e caldee, che si può notare dai nomi di alcune costellazioni, traduzioni in italiano di termini arabi. Si è inoltre ipotizzata un’ispirazione al castello visconteo di Pavia, ora distrutto.
Dello stesso periodo è anche il ciclo di affreschi all’Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense (PR), voluto da Gian Galeazzo Pallavicino.
Del Settecento è rappresentante l’Astrolabio alla Reggia di Colorno, una delle sale del nuovo appartamento del Duca Ferdinando di Borbone.
Per il secolo successivo verranno infine analizzate due opere più particolari: il Trionfo da Tavola di Damià Capeny (conservato nel complesso monumentale della Pilotta) e la meridiana situata sulla facciata del Palazzo del Governatore, nella piazza principale di Parma.