Abstract:
Il rapido e improvviso sviluppo industriale conosciuto dal Veneto nel secondo dopoguerra non ha eguali nella storia italiana e la frenesia che in tale periodo caratterizzò la regione, animata dal desiderio di prosperità economica, pose le basi per una cultura del lavoro che, ancora oggi, ha come fine il costante accrescimento e mantenimento della ricchezza. Si può tuttavia individuare, in tale sviluppo, l'esordio di un graduale declino della regione e della sua società, fenomeno che vede la sua principale manifestazione nella progressiva degradazione del paesaggio veneto, sempre più deturpato dall'uomo; egli infatti, operando unicamente per arricchirsi, giunge al punto di modificare e distruggere i luoghi a cui era sempre stato legato, ora considerati una risorsa da sfruttare. La presente tesi intende esaminare, attraverso le opere di Luigi Meneghello, Andrea Zanzotto e Vitaliano Trevisan, il brusco stravolgimento subito dal paesaggio veneto a partire dalla seconda metà del Novecento fino agli anni più recenti, ponendo anche in evidenza come tale deterioramento si renda spesso rappresentate di una più profonda crisi identitaria, sociale e culturale della regione.