Abstract:
La Sicilia ha sempre svolto un ruolo cruciale nel Mediterraneo. Non è mai stata tagliata fuori dai contatti con le altre culture, europee e non, grazie alla sua posizione strategica permettendo la confluenza delle più importanti rotte navali mediterranee verso l'Africa e il Levante. Di conseguenza, la Sicilia è considerata uno spazio liminale tra culture. Prendendo in prestito un'espressione di Marie Louise Pratt, l'isola è una "zona di contatto" culturale, dove l'Europa e l'Oriente non solo si incontrano e interagiscono regolarmente, ma si fondono anche in modo complesso. La natura ibrida della Sicilia e dell'Italia meridionale può contribuire a spiegare perché queste regioni hanno occupato un posto speciale per gli storici e gli scrittori di viaggio britannici, che sono stati allo stesso tempo affascinati e disturbati da questa ibridità razziale e culturale. Difatti, è risaputo che la Sicilia, come altre regioni del sud, è il luogo problematico in cui la civiltà europea e il classicismo si incontrano con l'Africa e l'Asia, e dove i confini dell'Europa diventano poco definiti.
Utilizzando una lente postcoloniale, questa tesi cerca di mostrare come i viaggiatori britannici hanno rappresentato la Sicilia e i suoi abitanti, e quali topoi sono stati veicolati nelle loro rappresentazioni.
C'è un momento specifico, ovvero la fine del XVIII e il XIX secolo, in cui i viaggi dalla Gran Bretagna alla Sicilia sono iniziati e si sono intensificati, seguiti dalla creazione di un ricco materiale letterario e culturale che ha aiutato i critici a mettere luce sul tipo di costruzione discorsiva che emerge in questi scritti. è indicativo anche il fatto che questo periodo coincida con il grande progetto britannico di colonizzare vasti territori in tutto il mondo. Dunque, non è raro trovare analogie e riecheggiamenti dell’attitudine che gli Inglesi hanno parimenti adottato nei confronti del sud e delle colonie.
L’analisi prosegue esplorando due opere letterarie, una ambientata nel XIX secolo e l'altra in epoca contemporanea, al fine di mettere in campo un confronto tra i due quadri discorsivi, evidenziando come le rappresentazioni siano cambiate nel corso del tempo e quale dinamiche siano emerse grazie ai processi culturali, sociali ed economici che hanno caratterizzato l’evoluzione storica in Sicilia.