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La presente trattazione si propone di ripercorrere il pensiero di Virgilio Melchiorre, fino a sfociare nella riflessione che il filosofo conduce sulla necessità di rinnovare il concetto filosofico di utopia. Attraverso l’analisi, prima della fenomenologia, e poi della filosofia della storia di Melchiorre, infatti, in questo lavoro si introdurrà il modo peculiare con cui egli intende l’idea di utopia, per applicarlo al tempo contemporaneo, caratterizzato negativamente da una forte centralità della tecnica e da una dimenticanza della dimensione trascendente dell’esistenza. L’ultima parte della tesi, perciò, si focalizzerà sulla differenza che intercorre tra il concetto di utopia e quello degenerato di utopismo, mostrando come l’utopismo più in voga di questi tempi sia proprio quello caratterizzato dall’idealizzazione della tecnica e come diventi, allora, particolarmente urgente proporre il discorso di Melchiorre per sottolineare l’importanza di risvegliare la coscienza utopica nel mondo contemporaneo. In particolare, la tesi inizia dall’indagine fenomenologica di Melchiorre, che ha come principali punti di riferimento Agostino e Husserl, e con cui si arriva a mostrare come la coscienza sia aperta sull’infinito e come, conseguentemente, per essa la metafisica sia un’implicazione strutturale. Il discorso metafisico, poi, consente di individuare correttamente il rapporto che intercorre tra l’uomo e l’Assoluto e, quindi, di legittimare la concezione della libertà umana e di una storia di cui l’uomo è protagonista. Una tale riflessione sulla storia, in cui è forte l’eredità di Kierkegaard, introduce, successivamente, quella sul progresso e, in definitiva, l’ampia trattazione del concetto di utopia. |
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