Abstract:
L’età contemporanea, caratterizzata da profonde mutazioni nelle forme e nei mezzi di
comunicazione, insieme alla rivoluzione digitale, ha impattato notevolmente sul settore economico,
costringendo i principali player ad elaborare nuove politiche commerciali e di comunicazione al fine strategico di ottenere un vantaggio competitivo. Questa trasformazione ha portato numerose maison di moda ad investire nel nucleo creativo aziendale, considerato un asset intangibile, introducendo nuovi attori all’interno dell’organizzazione. I vertici lasciano posto ai direttori creativi, dotati di un’immagine che accattivante e ottime capacità comunicative, oltre ad una profonda conoscenza delle dinamiche del settore moda. A queste figure viene affidato l’incarico di modernizzare, o in extremis rivoluzionare, brand storici al fine di renderli appealing per un’audience più giovane. Tuttavia, sembra gli venga concessa la totale libertà di ridefinire il linguaggio delle maison, facendo spesso prevalere la propria visione a quella del brand, dimenticando che tutto ciò ha delle forti implicazioni a discapito dei consumatori storici affezionati e dell’heritage aziendale. Il problema, nella maggior parte dei casi, risiede ai vertici aziendali ed è dovuto ad una mancanza di visione e ad una scarsa lungimiranza da parte di quei brand che cercano un rapido successo senza considerare le implicazioni nel lungo periodo.