Abstract:
L’evoluzione della tecnologia e la storia dell’essere umano, l’una il prodotto dell’altro, si sono sempre
influenzate a vicenda. L’uomo inventa macchine che gli sono di supporto per specifiche attività e le
macchine stravolgono il modo di vivere dell’essere umano in direzioni spesso inaspettate.
Oggi la tecnologia si è evoluta fino a produrre macchine che possono essere indossate e persino annesse a
tutti gli effetti al corpo umano. Dalle protesi agli impianti sottocutanei questi parti artificiali si fondono con
il corpo biologico creando corpi ibridi.
Gli artisti contemporanei sono attenti e ricettivi nei confronti dell’evoluzione nel rapporto tra corpo umano
e tecnologia. Osservano, analizzano e fanno propri i nuovi stimoli fornendo punti di vista che si distaccano
dalla “norma” e dai quali nascono lavori transdisciplinari in collaborazione con ricercatori e specialisti
provenienti dal mondo scientifico.
Seguendo la tradizione di artisti come Stelarc e Marcel.li Antnez Roca, Marco Donnarumma, Neil Harbisson
e Moon Ribas annettono al proprio corpo apparecchiature altamente tecnologiche come un’antenna che
cattura le onde elettromagnetiche dai colori e le trasforma in suono, sensori che rilevano le vibrazioni del
corpo, protesi comandate da algoritmi e fornite di intelligenza artificiale.
L’unione del corpo biologico e del corpo meccanico comporta la creazione di esseri che sembrano umani
ma non lo sono abbastanza e di veri e propri cyborg. La tecnologia non è utilizzata a scopo utilitaristico ma
come mezzo attraverso il quale scoprire nuovi modi per essere e abitare il corpo e sui modi in cui lo si può
alterare. Vivendo all’interno di corpi programmati e modificati ad hoc gli artisti si interrogano sul su quale
sia il limite che separa l’umano dal non umano, si battono contro la normatività dei corpi e l’astio nei
confronti del corpo diverso, mettono in guardia sulla perdita di controllo di fronte a tecnologie sempre più
potenti e si aprono a nuove sensazioni fino alla creazione di veri e propri sensi.
Questa arte gioca sul limite sottile tra arte e scienza.
Nel connubio tra le due, tra cyborg, ambientazioni perturbanti e percezioni mediate e distorte si aprono
nuovi spazi per la ricerca e la sperimentazione artistica.