Abstract:
L’espressione cinese “letteratura di ragionamento” è utilizzata per definire la letteratura del crimine cinese. Di questo genere fanno parte tutte le storie che sono incentrate sulla risoluzione di un omicidio e che raccontano lo sviluppo delle indagini fino alla soluzione del caso. Il filo logico seguito per la stesura dell’elaborato è l’evoluzione letteraria del personaggio protagonista di questi polizieschi: il detective. L’analisi di questo soggetto è stata fatta parallelamente a quella del suo corrispettivo occidentale, da cui gli autori cinesi traggono ispirazione. Alla fine dell’Ottocento la figura del giudice, protagonista dei primi racconti polizieschi di epoca Tang, diventa detective deduttivo, grazie soprattutto alle prime traduzioni dei testi occidentali di E. A. Poe e Conan Doyle, i cui protagonisti si ritrovano, in versione orientale, all’interno delle nuove storie di investigazione cinesi. Durante la Rivoluzione Culturale la letteratura del crimine cade in un periodo di stasi e solo con le riforme di apertura si ricomincia a sentire l’influenza occidentale e a pubblicare testi di letteratura criminale che hanno come protagonista la nuova figura del detective investigativo. Nonostante la continua evoluzione letteraria del personaggio principale, le caratteristiche che lo contraddistinguono non cambiano mai nel corso del tempo: è intelligente e molto curioso, è un abile osservatore, devoto al proprio lavoro e stimato da tutti. Tuttavia la tesi proposta non è esclusivamente letteraria, si tratta infatti di una tesi interdisciplinare poiché, attraverso la lettura e l’analisi dei testi letterari, si spiegano il diritto penale cinese e il senso della giustizia. La figura del detective rispecchia infatti la legge, che diventa protagonista dei racconti polizieschi e assume così, in una contestualizzazione inconsueta quale quella letteraria, nuovi significati, e si avvale di nuovi metodi di studio, tra cui quello narrativo.