Abstract:
L’interesse nei confronti dell’insegnamento dell’italiano L2 in contesti migratori è cresciuto a causa dell’aumento dei flussi migratori avvenuto negli ultimi decenni. Sono apparse nuove esigenze educative e, di conseguenza, c’è stato un adattamento della didattica dell’italiano L2 ai nuovi pubblici; si è posto l’interesse sulla necessità di alfabetizzare gli adulti, sui livelli più bassi delle competenze linguistiche e si sono adattate le certificazioni della lingua italiana ai migranti. Tutto ciò ha comportato la necessità di ripianificare l’insegnamento dell’italiano L2 e di rivedere i livelli di competenza del QCER inserendo i livelli pre-base. Questi cambiamenti, tuttavia, si sono concentrati sulla categoria globale di “immigrati” mentre gli studi inerenti alla specificità dei richiedenti asilo e dei rifugiati, o migranti forzati, e alle caratteristiche derivate dalla loro peculiare situazione, rappresentano ancora solo una minima parte delle ricerche di questo settore. L’ipotesi principale della ricerca è infatti che i richiedenti abbiano esigenze di apprendimento peculiari, specificamente legate al loro status. Con l’intento di approfondire gli studi sulla didattica dell’italiano L2 ai migranti forzati e di far conoscere meglio questo ambito professionale, ho indagato i percorsi di vita, educativi e professionali, che hanno portato le insegnanti che operano sul territorio trentino a diventare insegnanti di italiano L2 a richiedenti asilo e rifugiati; le peculiarità e le difficoltà che riguardano l’insegnamento dell’italiano L2 a questa specifica categoria di migranti; come le insegnanti affrontino tali difficoltà da un punto di vista professionale e personale.