Abstract:
La tesi vuole offrire una riflessione sull'importanza dell'aspetto percettivo nell'arte legata all’ambiente. Muovendo da presupposti fenomenologici, verrà analizzata la relazione tra soggetto e oggetto, che, fin dalla metà del Novecento, vede un cambio di paradigma nella relazione tra corpo e ambiente, ora interconnessi in un campo di forze che agiscono a livello percettivo, motorio ed empatico.
Prendendo ad esempio alcune opere dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, si mostra come, fin dal movimento della Land Art, si ridefinisca il rapporto tra corpo e ambiente in una nuova relazione aperta e di scambio.
Si cercherà di indagare come il concetto di arte ambientale e la relazione tra corpo, percezione e paesaggio siano cambiate dagli anni Sessanta agli anni Duemila. In particolare, verranno esaminate esperienze scelte di alcuni artisti italiani e internazionali come Giorgio Andreotta Calò, Olafur Eliasson, Tomás Saraceno, i quali hanno ampliato il concetto di arte ecologica attraverso approcci tecnologici, percettivi e sociali.
Gli artisti sono stati scelti con la volontà di far emergere un’evoluzione nell’attenzione al legame tra corpo e paesaggio.
La tesi vuole evidenziare come l'arte, attraverso un approccio percettivo che coinvolga il corpo e i sensi dello spettatore, porti a una presa di consapevolezza sui problemi ambientali e all’acquisizione della coscienza del proprio ruolo nella salvaguardia del pianeta.