Abstract:
In primo luogo, la tesi introduce la già nota collezione Manganoni-Zollio, un importante caso di molteplici committenze a Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino. Questa raccolta d'arte non solo è sopravvissuta pressoché integra dal Seicento all'Ottocento ma, fino al momento della dispersione, si sono anche conservate buone tracce dei passaggi ereditari nei secoli. Di questa collezione si cerca di ricostruire le vicende attraverso le più importanti pubblicazioni che ne hanno parlato fino ad ora ed inoltre si presenta un documento inedito, conservato all'Archivio di Stato di Roma, da cui emerge un'intenzione di vendita - tentativo non andato a buon fine - dei fratelli Zollio al di fuori dello Stato della Chiesa.
Infine l'elaborato si pone l'obiettivo di fornire un contesto di riferimento più ampio alla collezione Manganoni-Zollio stessa, dimostrando come nel XVII secolo le opere pittoriche fossero frequenti nelle dimore dei più ricchi cittadini riminesi e delle cariche ecclesiastiche più alte, sebbene non sempre fosse possibile ravvisare un fine collezionistico propriamente detto ed un gusto specifico come quello di Francesco Manganoni.