Abstract:
La tesi verte sull’analisi del fenomeno storico-sociale della migrazione giapponese verso il Brasile (concentrata tra il primo decennio del Novecento e i primi anni Settanta), seguita da una seconda fase in cui l’ondata migratoria si dirige nuovamente al punto di partenza, il Giappone per l’appunto (a partire dagli anni Ottanta).
Nel primo capitolo verrà presentata una panoramica storica del fenomeno, evidenziando cronologicamente gli eventi più significativi che hanno coinvolto la comunità di migranti in Brasile, dal momento del loro arrivo nel Paese sudamericano fino all’inizio del processo di “migrazione inversa” in direzione del Giappone, da parte dei discendenti della comunità.
Nel secondo capitolo si affronta nello specifico la questione del rapporto tra immigrati e società brasiliana; i temi fondamentali affrontati sono: percezione che gli immigrati hanno della società ospite e , viceversa, percezione che la società brasiliana ha degli immigrati; in quale misura la visione che la società ospite ha degli immigrati influenza il loro giudizio su se stessi e provoca la formazione di una minoranza ben definita (i nippo-brasiliani o nikkeijin); se si può o meno parlare di discriminazione dei nikkeijin da parte della società brasiliana.
Nel terzo e ultimo capitolo si passa ad analizzare la migrazione delle generazioni successive di nikkeijin verso il Giappone, con particolare attenzione all’impatto sociale e psicologico che il fenomeno ha tanto sui migranti quanto sulla popolazione locale. Ancora una volta, le tematiche prese in considerazione per l’analisi sono: considerazione reciproca tra nikkeijin e società giapponese, effetti della migrazione sulla comunità nikkeijin e significato di minoranza; possibilità di discriminazioni subite dai nikkeijin da parte della società ospitante.
La conclusione a cui si intende giungere è che la particolare condizione della comunità nikkeijin, in bilico tra radici giapponesi e brasiliane, fa sì che essi siano continuamente alla ricerca di una propria identità, la quale però si rivela frammentata tra i due Paesi e non permette loro di sentirsi veramente “a casa” in nessuno dei due luoghi. I nikkeijin finiscono col sentirsi stranieri sia in Brasile sia in Giappone.